giovedì 15 novembre 2018

EU Observer – L’austerità ha violato i diritti umani in Grecia, secondo il Consiglio d’Europa

Un report del Consiglio d’Europa, commentato da EU Observer, mostra come l’accesso a servizi essenziali in Grecia sia stato compromesso in modo devastante da otto anni di programmi di “salvataggio” europei. L’austerità ha inciso in modo pesantissimo anche sui servizi sanitari di base e sull’istruzione, oltre ovviamente ad avere ridotto drasticamente il reddito e i posti di lavoro. L’unica domanda è quanto ci vorrà prima che questo lampante fallimento delle politiche europee – e dell’intera struttura di potere UE -inizierà ad avere conseguenze politiche proporzionate al disastro causato.



 
Bruxelles, 6 novembre 2018
Anni di austerità spinta dalla Ue in Grecia continuano ad avere effetti devastanti su una popolazione alle prese con una povertà devastante e carenza di accesso alle cure mediche di base e all’istruzione. Così afferma un nuovo report del Consiglio d’Europa.

Dunja Mijatovic, commissaria del Consiglio d’Europa per i diritti umani, ha dichiarato a EU Observer che i greci stanno tuttora soffrendo per le conseguenze dei salvataggi internazionali e per l’imposizione delle riforme strutturali.

È molto difficile dire che va tutto bene, al momento. La gente sta ancora soffrendo” ha affermato  questo lunedì (5 novembre).

I suoi commenti seguono la pubblicazione di un report di 30 pagine sull’impatto delle misure di austerità in Grecia, secondo il quale gli strascichi dell’austerità avrebbero violato i diritti delle persone sulla salute, diritti sanciti dalla Carta Sociale Europea, e avrebbero eroso la qualità dell’istruzione.

Tutto questo fa seguito anche alle dichiarazioni fatte dalla Commissione Europea in agosto, dichiarazioni secondo le quale la Grecia sarebbe tornata a essere un membro “normale” della moneta unica dopo essere uscita dal programma di salvataggio durato otto anni.

Ma la Mijatovic, che nel corso dell’estate ha visitato la Grecia, ha detto di essere stata colpita dalla profondità dei tagli compiuti perfino in ambiti come i servizi per la salute materna e infantile.

Le conseguenze sono gravi”, ha detto, notando che queste hanno avuto un impatto ben visibile sulla popolazione.

Il suo report sottolinea in particolare come i servizi per la salute materna e infantile siano stati tagliati del 73 percento tra il 2009 e il 2012. Il governo ha inoltre ridotto di un quinto i finanziamenti pubblici per i servizi di salute mentale tra il 2010 e il 2011, e ulteriormente di più della metà tra il 2011 e il 2012.
Il personale sanitario Greco ha avuto il salario ridotto due volte nel 2012. I finanziamenti agli ospedali pubblici, i servizi di cura, diagnosi e prevenzione delle malattie, tutto questo è stato ridotto del 20 per cento”, ha detto la Mijatovic.

I suicidi sono aumentati del 40 percento nel periodo tra il 2010 e il 2015. Le scarse condizioni igienico-sanitarie – a causa della carenza di prodotti per la pulizia – hanno determinato la morte di circa 3.000 pazienti a causa di infezioni ospedaliere.

L’aumento della povertà ha anche determinato il mancato accesso alle cure sanitarie per un maggior numero di persone, e la Grecia in quanto a copertura dell’assicurazione sanitaria è molto indietro rispetto a quasi tutti gli altri paesi europei.

La Mijatovic descrive la legge greca sulle cure sanitarie di base, approvata lo scorso anno, come “una caduta” in termini di ciò che sarebbe necessario per riportare la Grecia alla normalità.

Ora abbiamo una dichiarazione politica secondo la quale tutto andrebbe bene, ma sono certa che tutti siano consapevoli del fatto che c’è ancora moltissimo da fare”, ha dichiarato.

La Grecia ha ricevuto qualcosa come 288,7 miliardi di euro nel corso di tre programmi di salvataggio, e in cambio ha dovuto imporre un’ampia gamma di tagli a tutti i servizi sociali rivolti alle persone in difficoltà.

Circa un terzo dell’intera popolazione vive nella povertà estrema. Il numero dei senzatetto è aumentato di quattro volte.

Il terzo salvataggio, avvenuto nel 2015, ha imposto tagli ancora più severi, costringendo il parlamento Greco ad approvare ben sette pacchetti di misure di austerità. Sono state tagliate pesantemente le pensioni e aumentate le tasse, tra le altre cose.

La disoccupazione in Grecia è diminuita, attestandosi un po’ sopra il 19 per cento, ma rimane il valore più alto di tutta la Ue – seguita dalla Spagna col 14,9 per cento e dall’Italia con il 10,1 per cento.

Un giovane in Grecia è quello che ha la minore speranza in tutta la Ue di trovare un lavoro, a causa del tasso di disoccupazione giovanile al 37,9 per cento. La disoccupazione giovanile in Spagna invece è al 34,3 per cento, seguita dall’Italia col 31,6 per cento.

Nikolaj Nielsen

Fonte

giovedì 18 ottobre 2018

Kenya. Medici e vescovi denunciano l’Oms. «Il loro vaccino anti tetano serve a sterilizzare oltre due milioni di donne»

La Chiesa ha messo in guardia gli ospedali: «Su sei campioni analizzati, in tutti era presente l’antigene Hcg che produce anticorpi abortivi». Il governo si difende e prosegue nel programma 

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I medici kenioti cattolici e i vescovi hanno denunciato il governo e le Nazioni Unite per aver già somministrato a un milione di donne un vaccino contro il tetano contenente un antigene che produce anticorpi abortivi. «Quello che sta accadendo è gravissimo», dice a tempi.it Stephen Karanja, ginecologo, presidente dell’Associazione dei medici cattolici del Kenya e membro del consiglio esecutivo della commissione Salute della Conferenza episcopale del paese. «Le ragazze stanno subendo trattamenti di sterilizzazione a loro insaputa senza che il governo abbia controllato i contenuti dell’antidoto. Ora le donne sono alla terza somministrazione, occorre bloccare tutto prima che si arrivi alla quinta se vogliamo salvarle».
«Abbiamo inviato sei campioni provenienti da tutto il Kenya ai laboratori del Sud Africa. Hanno riscontrato la presenza dell’antigene Hcg», ha spiegato Muhame Ngare, medico presso il Misericordia Medical Centre di Nairobi. Altri campioni sono stati analizzati dall’Università di Nairobi con risultati identici.
LA SCOPERTA. A finanziare i trattamenti sono l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unicef. Dopo aver sperato in un dietro front governativo che non si è verificato, il 4 novembre scorso in un comunicato l’Associazione dei medici cattolici ha reso noto che i risultati «confermano la nostra peggiore paura; la campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità non mira a sradicare il tetano neonatale ma è un ben coordinato ed efficace tentativo di sterilizzazione di massa per il controllo della popolazione, tramite l’utilizzo di un vaccino che, come provato, regola la fertilità».

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PERCHE’MENTIRE? A fare da eco ai medici sono stati i vescovi cattolici, che hanno avvertito le congregazioni religiose, i centri di salute e gli ospedali cattolici di rifiutare il programma di vaccinazione. Dopodiché è intervenuto il ministro della Salute, James Macharia, smentendo i medici pur senza entrare nei dettagli ma semplicemente dichiarando che «lo raccomanderei a mia figlia e a mia moglie perché lo approvo al cento per cento e confido che non abbia effetti contro la salute». Ngare ha nuovamente replicato così: «O stiamo mentendo noi o mente il governo. Ma chiedetevi: “Per quale motivo i medici cattolici dovrebbero mentire?”. La Chiesa cattolica ha fornito assistenza sanitaria e vaccini per 100 anni da prima che il Kenya esistesse come paese».
GLI INDIZI. Il medico si era insopettito perché di solito «si chiamano in causa tutte le parti interessate tre mesi prima della campagna, come accaduto con il vaccino contro la poliomelite poco tempo fa», mentre in questo caso «solo pochi operatori hanno avuto il permesso di somministrarlo. Arrivano scortati dalla polizia. E portano via tutto quando hanno finito. Perché non lasciare che lo somministri il personale medico locale?».
Ad allarmare l’Associazione dei medici cattolici si è aggiunto il fatto che le donne assumono cinque dosi, come mai era accaduto in precedenza, e che il vaccino viene somministrato solo a quante sono in età fertile: «Normalmente somministriamo una serie di tre iniezioni in due o tre anni a chiunque entri in una clinica con una ferita aperta, siano uomini, donne o bambini». Rispondendo a chi sostiene che il vaccino sia preventivo, Ngare ha domandato: «Se lo scopo è questo, di vaccinare i bambini nel grembo materno, perché somministrarlo alle ragazze fin dai 15 anni, quando non è possibile sposarsi fino ai 18? Inoltre la prassi per la vaccinazione dei bambini richiede di aspettare fino a quando non hanno sei settimane di vita».
Desta sospetti anche il fatto, come hanno rilevato i vescovi, il comportamento del governo: se esiste un’epidemia di tetano in Kenya, perché non è stata dichiarata?

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COME IN PASSATO. I sospetti hanno portato i medici a scoprire che l’unica volta in cui il vaccino anti tetano è stato somministrato «fu quando, sviluppato nel 1992 dall’Oms, venne utilizzato come un vettore per regolare la fertilità mischiandolo con la gonadotropina corionica umana (Hcg)». Il governo ha smentito prendendo ad esempio diverse donne che, già vaccinate, sono rimaste incinta. Ngare, però, ha chiarito che «l’ultima volta che la stessa vaccinazione di cinque iniezioni è stata utilizzata, in Messico nel 1993 e in Nicaragua e nelle Filippine nel 1994, ha avuto effetti abortivi solo tre anni dopo». Il che spiegherebbe come mai vengono incluse nel programma anche le giovani fino a tre anni minori dell’età legale per sposarsi.
Non è la prima volta che i medici kenioti denunciano il tentativo di regolare le nascite attraverso i programmi delle Nazioni Unite. Accadde già nel 1990 e il governo sospese la vaccinazione. Questa volta invece non è successo. Anzi, è previsto che il piano prosegua finché non saranno raggiunte un altro milione e trecento fra adolescenti e donne, arrivando a una quota di 2 milioni e trecento vaccinate.

giovedì 27 settembre 2018

Il Prof. Joseph L. Biederman, luminare della psichiatria, confessa “approvavo psicofarmaci ai bambini con test fasulli. Mi pagavano le Big Pharma”!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
DENUNCIATO UNO DEI MASSIMI SPONSOR SCIENTIFICI DELLA SOMMINISTRAZIONE DI PSICOFARMACI AI BAMBINI: ERA A LIBRO PAGA DELLE MULTINAZIONALI DEL FARMACO


UN ALTRO SCANDALO TRA MEDICI E CASE FARMACEUTICHE
Il Prof. Joseph L. Biederman, professore di psichiatria presso la Harvard Medical School e direttore dell’Istituto di Psicofarmacologia pediatrica presso il Massachusetts General Hospital di Harvard, uno dei più autorevoli sostenitori al mondo della terapia a base di psicofarmaci sui bambini per problemi della Condotta e Deficit di Attenzione ed Iperattività (ADHD), è a libro paga di una multinazionale farmaceutica.




GRAZIE A LUI BAMBINI IN TUTTO IL MONDO PRENDONO QUESTI PSICOFARMACI
A lui si deve in larga misura se a bambini di due anni è stata fatta diagnosi didisturbo bipolare e se sono stati trattati con un potente cocktail di farmaci,molti dei quali mai approvati per tale patologia dalla Food and Drug Administration (FDA) e nessuno dei quali autorizzato per minori di dieci anni.


L’esperto, sui cui lavori scientifici si basano anche in Italia molte strategie terapeutiche sui minori, pubblicava studi clinici in teoria ‘indipendenti’ sull’efficacia dei farmaci, e contemporaneamente incassava denaro per consulenze private da parte dei produttori dei farmaci.
DENUNCIA DEL NEW YORK TIMES




L’autorevole quotidiano americano New York Times ha diffuso la notizia secondo la quale il Dott. Joseph Biederman, uno dei massimi esperti mondiali sul disturbo bipolare, aveva presentato i risultati dei propri trials clinici sull’efficacia del Risperidone a esponenti della Johnson & Johnson, azienda produttrice dell’antipsicotico ‘Risperdal’, prima ancora di iniziarli.


L’esperto, che ha redatto molte delle linee guida a livello internazionale che regolano la somministrazione di antipsicotici ai bambini, utilizzati anche su bambini iperattivi e distratti, citava apertamente e con certezza – in via anticipata – il fatto che le sperimentazioni di questa molecola sui minori avrebbero dato esito positivo.
Gli inquirenti hanno inoltre esibito email e documenti interni della multinazionale farmaceutica che dimostrano come la società intendesse servirsi del suo rapporto privilegiato con il dottor Biederman per aumentare le vendite degli psicofarmaci, incluso il famoso ‘Concerta’ (metilfenidato, stesso principio attivo del Ritalin), psicofarmaco per la sindrome “ADHD” (Iperattività e Deficit di Attenzione), con studi pilotati atti a ridimensionare i pericoli di effetti collaterali sui piccoli pazienti.
Il medico, che è al centro di una vera e propria bufera mediatica e giudiziaria, anche per non aver saputo spiegare in modo convincente la provenienza di ingenti somme in dollari sui propri conti bancari personali, ha tardivamente redatto una lettera di scuse e di assunzione di responsabilità, firmata con altri due colleghi coinvolti nell’inchiesta, che sta circolando in ambiente medico.




14 MILIONI DI BAMBINI SOTTO PSICOFARMACI NEGLI USA E SI COMINCIA ANCHE IN ITALIA




Come afferma Andrea Bertaglio autore di Medicina Ribelle. Prima la salute poi il profitto “Dalla Seconda Guerra Mondiale in avanti, negli Stati Uniti, il numero delle malattie psichiche diagnosticate è passato da 26 a 395, e ormai ai bambini si danno psicofarmaci come caramelle. Oltreoceano hanno superato l’impressionante numero di14 milioni quelli in terapia con psicofarmaci per il controllo delle più svariate sindromi del comportamento: dal miglioramento delle performance scolastiche, al controllo dell’iperattività sui banchi di scuola, alle lievi depressioni adolescenziali. E non è un problema solo americano. In Germania sono stati rilasciati lo scorso anno i dati dei bambini diagnosticati iperattivi e quindi probabilmente destinati a terapie farmacologiche: sono 750.000. In Francia, invece, quasi il 12% dei bimbi inizia la scuola elementare avendo già assunto una pastiglia di psicofarmaco. Vi sembra normale?”
LE MULTINAZIONALI GUADAGNANO 150.000 DOLLARI AL MINUTO CON GLI PSICOFARMACI




Il Big Pharma (l’appellativo dato all’industria farmaceutica) impiega un terzo dei ricavi e un terzo del personale per collocare nuovi medicinali sul mercato. Solo negli Stati Uniti, tra il 1996 e il 2001 il numero dei venditori di farmaci è cresciuto del 110%, passando da 42.000 a 88.000 agenti. Non solo, per promuovere i suoi nuovi prodotti questo settore spende ogni anno da 8000 a 13.000 euro per ogni singolo medico. Per quanto riguarda la vendita di psicofarmaci, visto che ne abbiamo parlato poco fa, secondo alcune stime i loro produttori hanno una fetta di mercato da cui incassano 80 miliardi di dollari ogni anno: sono più di 150.000 dollari al minuto.
Domandiamoci se veramente questi medicinali hanno fatto o stanno facendo bene ai nostri bambini. E fare bene non significa anestetizzare.


giovedì 19 luglio 2018

Onu e Oms shock! Parmigiano,olio d'oliva e vino dannosi per la salute.Coca Cola,Red Bull e OGM no!






 


Onu e Oms shock! Parmigiano,olio d'oliva e vino dannosi per la salute.Coca Cola,Red Bull e OGM no!

 

 

 

E' un attacco diretto al Made in Italy e a gran parte delle eccellenze della produzione enogastronomica

italiana. L’Organizzazione mondiale della sanità sta pensando di tassare olio d’oliva, Parmigiano reggiano, Grana, prosciutto e persino il vino, equiparandoli ai cibi dannosi per la salute e scoraggiandone il consumo. Presto, in gran parte del mondo, questi prodotti potrebbero essere accompagnati da immagini choc e da etichette che ne sottolineano i rischi. Un tocchetto di Parmigiano come un pacchetto di sigarette mentre, al contrario, sarebbero salvi tutti i prodotti dietetici e poveri di zuccheri delle multinazionali, come ad esempio le bibite gassate ricche di aspartame ( escrementi di organismi geneticamente modificati). Il paragone fa venire i brividi e sebbene l’iniziativa sia meritoria – ridurre di un terzo entro il 2030 le malattie che favoriscono il cancro, il diabete e le malattie cardiovascolari – la risoluzione dell’agenzia delle Nazioni Unite è potenzialmente esplosiva per l’export agroalimentare della penisola che nel 2017 ha raggiunto il record di 41 miliardi.
Fonte 

Commento di Oliviero Mannucci: Fatemi capire una cosa! E' vero che i cibi della dieta mediterranea se assunti nella giusta misura è la dieta più sana del mondo, addirittura patrimonio dell'UNESCO. Ma quando c'è stato l'Expo di Milano nel 2015, perchè chi lo ha organizzato ha dato spazio a chi avvelena l'umanità?!

 




Risultati immagini per expo2015 milano mc donald
 Risultati immagini per expo2015 milano coca colaQuanti soldi ha incassato chi ha organizzato l'Expo di Milano da queste multinazionali della morte? E adesso di cosa si lamenta l'Italia, se l'ONU e l'OMS completamente asservite anche loro a chi produce cibo spazzatura attacca il cibo italiano? Bisognava pensarci prima, carissimi. Al prossimo EXPO, se mai ci sarà, bisognerà che chi l'organizza sia coerente, altrimenti poi non ci si potrà lamentare di nulla. Chiaro!?


giovedì 14 giugno 2018

Il regno di Satana si e' palesato ed e' sceso in terra!




QUANDO UN PONTEFICE o vescovo chiunque sia, aderisce e non impedisce ad un suo alto esponente della città del Vaticano di andare ad una riunione di massoni, Illuminati, significa che non si può più considerarlo ne vescovo ne pontefice, ma un traditore di Cristo:
quello che è peggio che una parte del clero lo ammette ancora, gli consente ancora di essere riconosciuto e lodato e quasi venerato dal popolo stesso, tutti coloro che agiscono in questo modo dando ancora credito a Bergoglio non sono più essi stessi credenti ma dei millantatori di una falsa verità, e preferiscono sottostare ad un falso papa, piuttosto che rispettare la legge che sta solo in Cristo. 
Alcuni dei partecipanti alla riunione segreta del Bilderberg





Nel momento in cui il cardinale di stato Parolin ha deciso di recarsi alla riunione segreta del Bilderberg tenutasi a Torino, e Bergoglio non gliel'ha impedito con la sua autorità, anzi lo ha anche benedetto, significa che Bergoglio è tecnicamente contro Cristo. Non servono scuse per dire che questo è un falso maestro o profeta, eppure i veggenti Medjugorie dissero o meglio fecero dire dalla Madre di Cristo che questo era il suo papa, ma come la Madonna che sa bene quale sia la verità dice che Bergoglio è il suo papa, quando frequenta la massoneria e ne prende da essa ordini e li da pure? Allora chi sono questi veggenti veri o falsi o anch'essi fanno parte del medesimo sistema di cose?
Voglio ricordare una cosa che disse Gesù: "..di tutti i peccati che esistono anche le bestemmie contro il Padre e il Figlio vi saranno perdonati, ma non il peccato contro lo Spirito Santo" cari veggenti che siete insipienti, ve lo dico chiaramente oramai il tempo di tacere è finito, dire che la madre di Dio, ha detto che un pontefice che frequenta e sostiene la massoneria, è un voluto e benedetto da Lei è bestemmiare contro lo Spirito Santo, perchè Dio non direbbe mai ad un suo angelo va da satana e sentiamo cosa ha da dirmi, voi avete fatto proprio questo, avete fatto credere a tutto il mondo che Bergoglio fosse stato mandato da Dio e fosse stato Dio a mandarlo per il bene di tutti, quando la verità è che ve lo siete inventato di sana pianta. La Madre di Dio parla per volontà di Dio e porta il pensiero di Dio, quindi come dice Gesù il Dio vivente .."...come può satana essere contro satana, cioè diviso in se stesso? " non parlate per volontà vostra facendo passare le vostre parola come se fossero parole della Madre di dio, quando sono solo vostre, perchè quanto fate, corrisponde a mettervi al posto di Dio e quindi far il peccato contro lo Spirito Santo. 
Guardate il vostro Bergoglio fa partecipare ad una riunione di satanisti il cardinale di stato Parolin, come se satana fosse diventato oggi il principale motivo dell'esistenza del mondo, tanto da prendere ordini, e poi dite che la Madonna lo ha voluto e benedetto? Un vescovo travestito di bianco che vuole portare l'islam nel mondo e spinge che il cristianesimo venga livellato, annullato e annichilito, con la sua astuta catechesi fatta di mezze verità fatte passare come vere verità, e voi lo avete anche aiutato, bravi, veramente bravi, complimenti. 

14 paesi africani costretti a pagare tassa coloniale alla Francia e poi vengono a fare la morale a noi...

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Sapevate che molti paesi africani continuano a pagare una tassa coloniale alla Francia dalla loro indipendenza fino ad oggi?


Quando Sékou Touré della Guinea decise nel 1958 di uscire dall’impero coloniale francese, e optò per l’indipendenza del paese, l’elite coloniale francese a Parigi andò su tutte le furie e, con uno storico gesto, l’amministrazione francese della Guinea distrusse qualsiasi cosa che nel paese rappresentasse quelli che definivano i vantaggi della colonizzazione francese.
Tremila francesi lasciarono il paese, prendendo tutte le proprietà e distruggendo qualsiasi cosa che non si muovesse: scuole, ambulatori, immobili dell’amministrazione pubblica furono distrutti; macchine, libri, strumenti degli istituti di ricerca, trattori furono sabotati; i cavalli e le mucche nelle fattorie furono uccisi, e le derrate alimentari nei magazzini furono bruciate o avvelenate.
L’obiettivo di questo gesto indegno era quello di mandare un messaggio chiaro a tutte le altre colonie che il costo di rigettare la Francia sarebbe stato molto alto.
Lentamente la paura serpeggiò tra le elite africane e nessuno dopo gli eventi della Guinea trovò mai il coraggio di seguire l’esempio di Sékou Touré, il cui slogan fu “Preferiamo la libertà in povertà all’opulenza nella schiavitù.”Sylvanus Olympio, il primo presidente della Repubblica del Togo, un piccolo paese in Africa occidentale, trovò una soluzione a metà strada con i francesi. Non voleva che il suo paese continuasse ad essere un dominio francese, perciò rifiutò di siglare il patto di continuazione della colonizzazione proposto da De Gaule, tuttavia si accordò per pagare un debito annuale alla Francia per i cosiddetti benefici ottenuti dal Togo grazie alla colonizzazione francese. Era l’unica condizione affinché i francesi non distruggessero prima di lasciare.Tuttavia, l’ammontare chiesto dalla Francia era talmente elevato che il rimborso del cosiddetto “debito coloniale” si aggirava al 40% del debito del paese nel 1963. La situazione finanziaria del neo indipendente Togo era veramente instabile, così per risolvere la situazione, Olympio decise di uscire dalla moneta coloniale francese FCFA (il franco delle colonie africane francesi), e coniò la moneta del suo paese. Il 13 gennaio 1963, tre giorni dopo aver iniziato a stampare la moneta del suo paese, uno squadrone di soldati analfabeti appoggiati dalla Francia uccise il primo presidente eletto della neo indipendente Africa. Olympio fu ucciso da un ex sergente della Legione Straniera di nome Etienne Gnassingbeche si suppone ricevette un compenso di $612 dalla locale ambasciata francese per il lavoro di assassino. Il sogno di Olympio era quello di costruire un paese indipendente e autosufficiente. Tuttavia ai francesi non piaceva l’idea. Il 30 giugno 1962, Modiba Keita , il primo presidente della Repubblica del Mali, decise di uscire dalla moneta coloniale francese FCFA imposta a 12 neo indipendenti paesi africani. Per il presidente maliano, che era più incline ad un’economia socialista, era chiaro che il patto di continuazione della colonizzazione con la Francia era una trappola, un fardello per lo sviluppo del paese. Il 19 novembre 1968, proprio come Olympio, Keita fu vittima di un colpo di stato guidato da un altro ex soldato della Legione Straniera francese, il luogotenente Moussa Traoré. Infatti durante quel turbolento periodo in cui gli africani lottavano per liberarsi dalla colonizzazione europea, la Francia usò ripetutamente molti ex legionari stranieri per guidare colpi di stato contro i presidente eletti:
– Il 1 gennaio 1966, Jean-Bédel Bokassa, un ex soldato francese della legione straniera, guidò un colpo di stato contro David Dacko, il primo presidente della Repubblica Centrafricana.
– Il 3 gennaio 1966, Maurice Yaméogo, il primo presidente della Repubblica dell’Alto Volta, oggi Burkina Faso, fu vittima di un colpo di stato condotto da Aboubacar Sangoulé Lamizana, un ex legionario francese che combatté con i francesi in Indonesia e Algeria contro le indipendenze di quei paesi.
– il 26 ottobre 1972, Mathieu Kérékou che era una guardia del corpo del presidente Hubert Maga, il primo presidente della Repubblica del Benin, guidò un colpo di stato contro il presidente, dopo aver frequentato le scuole militari francesi dal 1968 al 1970.
Negli ultimi 50 anni un totale di 67 colpi di stato si sono susseguiti in 26 paesi africani, 16 di quest’ultimi sono ex colonie francesi, il che significa che il 61% dei colpi di stato si sono verificati nell’Africa francofona.
Numero dei Colpi di stato in Africa per paese
Ex colonie francesi
Altri paesi africani
Paese
Numero di colpi di stato
Paese Numero di colpi di stato
Togo 1 Egitto 1
Tunisia 1 Libia 1
Costa d’Avorio 1 Guinea Equatoriale 1
Madagascar 1 Guinea Bissau 2
Rwanda 1 Liberia 2
Algeria 2 Nigeria 3
Congo – RDC 2 Etiopia 3
Mali 2 Uganda 4
Guinea Conakry 2 Sudan 5
SUB-TOTALE 1 13 
Congo 3 
Ciad 3 
Burundi 4 
Repubblica centrafricana 4 
Niger 4 
Mauritania 4 
Burkina Faso 5 
Comores 5 
SUB-TOTAL 2 32 
TOTAL (1 + 2) 45 TOTALE 22
Come dimostrano questi numeri, la Francia è abbastanza disperata ma attiva nel tenere sotto controllo le sue colonie, a qualsiasi prezzo, a qualsiasi condizione.
Nel marzo del 2008, l’ex presidente francese Jacques Chirac disse:
“Senza l’Africa, la Francia scivolerebbe a livello di una potenza del terzo mondo”
Il predecessore di Chirac, François Mitterand già nel 1957 profetizzava che:
“Senza l’Africa, la Francia non avrà storia nel 21mo secolo”
Proprio in questo momento mentre scrivo quest’articolo, 14 paesi africani sono costretti dalla Francia, attraverso un patto coloniale, a depositare l’85% delle loro riserve di valute estere nella Banca centrale francese controllata dal ministero delle finanze di Parigi. Finora, 2014, il Togo e altri 13 paesi africani dovranno pagare un debito coloniale alla Francia. I leader africani che rifiutano vengono uccisi o restano vittime di colpi di stato. Coloro che obbediscono sono sostenuti e ricompensati dalla Francia con stili di vita faraonici mentre le loro popolazioni vivono in estrema povertà e disperazione.
E’ un sistema malvagio denunciato dall’Unione Europea, ma la Francia non è pronta a spostarsi da quel sistema coloniale che muove 500 miliardi di dollari dall’Africa al suo ministero del tesoro ogni anno.
Spesso accusiamo i leader africani di corruzione e di servire gli interessi delle nazioni occidentali, ma c’è una chiara spiegazione per questo comportamento. Si comportano così perché hanno paura di essere uccisi o di restare vittime di un colpo di stato. Vogliono una nazione potente che li difenda in caso di aggressione o di tumulti. Ma, contrariamente alla protezione di una nazione amica, la protezione dell’occidente spesso viene offerta in cambio della rinuncia, da parte di quei leader, di servire il loro stesso popolo e i suoi interessi.
I leader africani lavorerebbero nell’interesse dei loro popoli se non fossero continuamente inseguiti e provocati dai paesi colonialisti.
Nel 1958, spaventato dalle conseguenze di scegliere l’indipendenza dalla Francia, Leopold Sédar Senghor dichiarò: “La scelta del popolo senegalese è l’indipendenza; vogliono che ciò accada in amicizia con la Francia, non in disaccordo.”
Da quel momento in poi la Francia accettò soltanto un’ “indipendenza sulla carta” per le sue colonie, siglando “Accordi di Cooperazione”, specificando la natura delle loro relazioni con la Francia, in particolare i legami con la moneta coloniale francese (il Franco), il sistema educativo francese, le preferenze militari e commerciali.
Qui sotto ci sono le 11 principali componenti del patto di continuazione della colonizzazione dagli anni 50:
#1. Debito coloniale a vantaggio della colonizzazione francese
I neo “indipendenti” paesi dovrebbero pagare per l’infrastruttura costruita dalla Francia nel paese durante la colonizzazione.
Devo ancora trovare tutti i dati specifici circa le somme, la valutazione dei benefici della colonizzazione e i termini di pagamento imposti ai paesi africani, ma ci stiamo lavorando (aiutaci con più info).
#2. Confisca automatica delle riserve nazionali
I paesi africani devono depositare le loro riserve monetarie nazionali nella Banca centrale francese.
La Francia detiene le riserve nazionali di quattordici paesi africani dal 1961: Benin, Burkina Faso, Guinea-Bissau, Costa d’Avorio, Mali, Niger, Senegal, Togo, Camerun, Repubblica Centrafricana, Ciad, Congo-Brazzaville, Guinea Equatoriale e Gabon.
“La politica monetaria che governa un gruppo di paesi così diversi non è complicato perché, di fatto, è decisa dal ministero del Tesoro francese senza rendere conto a nessuna autorità fiscale di qualsiasi paese che sia della CEDEAO [la comunità degli stati dell’Africa occidentale] o del CEMAC [Comunità degli stati dell’Africa centrale]. In base alle clausole dell’accordo che ha fondato queste banche e il CFA, la Banca Centrale di ogni paese africano è obbligata a detenere almeno il 65% delle proprie riserve valutarie estere in un “operations account” registrato presso il ministero del Tesoro francese, più un altro 20% per coprire le passività finanziarie.
Le banche centrali del CFA impongono anche un tappo sul credito esteso ad ogni paese membro equivalente al 20% delle entrate pubbliche dell’anno precedente. Anche se la BEACe la BCEAO hanno un fido bancario col Tesoro francese, i prelievi da quel fido sono soggetti al consenso dello stesso ministero del Tesoro. L’ultima parola spetta al Tesoro francese che ha investito le riserve estere degli stati africani alla borsa di Parigi a proprio nome.
In breve, più dell’ 80% delle riserve valutarie straniere di questi paesi africani sono depositate in “operations accounts” controllati dal Tesoro francese. Le due banche CFA sono africane di nome, ma non hanno una politica monetaria propria. Gli stessi paesi non sanno, né viene detto loro, quanto del bacino delle riserve valutarie estere detenute presso il ministero del Tesoro a Parigi appartiene a loro come gruppo o individualmente.
Gli introiti degli investimenti di questi fondi presso il Tesoro francese dovrebbero essere aggiunti al conteggio ma non c’è nessuna notizia che venga fornita al riguardo né alle banche né ai paesi circa i dettagli di questi scambi. Al ristretto gruppo di alti ufficiali del ministero del Tesoro francese che conoscono le cifre detenute negli “operations accounts”, sanno dove vengono investiti questi fondi e se esiste un profitto a partire da quegli investimenti, viene impedito di parlare per comunicare queste informazioni alle banche CFA o alle banche centrali degli stati africani.” Scrive Dr. Gary K. Busch
Si stima che la Francia detenga all’incirca 500 miliardi di monete provenienti dagli stati africani, e farebbe qualsiasi cosa per combattere chiunque voglia fare luce su questo lato oscuro del vecchio impero.
Gli stati africani non hanno accesso a quel denaro.
La Francia permette loro di accedere soltanto al 15% di quel denaro all’anno. Se avessero bisogno di più, dovrebbero chiedere in prestito una cifra extra dal loro stesso 65% da Tesoro francese a tariffe commerciali.
Per rendere le cose ancora peggiori, la Francia impone un cappio sull’ammontare di denaro che i paesi possono chiedere in prestito da quella riserva. Il cappio è fissato al 20% delle entrate pubbliche dell’anno precedente. Se i paesi volessero prestare più del 20% dei loro stessi soldi, la Francia ha diritto di veto.
L’ex presidente francese Jacques Chirac ha detto recentemente qualcosa circa i soldi delle nazioni africane detenuti nelle banche francesi. Questo qui sotto è un video in cui parla dello schema di sfruttamento francese. Parla in francese, ma questo è un piccolo sunto: “Dobbiamo essere onesti e riconoscere che una gran parte dei soldi nelle nostre banche provengono dallo sfruttamento del continente africano.”
#3. Diritto di primo rifiuto su qualsiasi materia prima o risorsa naturale scoperta nel paese
La Francia ha il primo diritto di comprare qualsiasi risorsa naturale trovate nella terra delle sue ex colonie. Solo dopo un “Non sono interessata” della Francia, i paesi africani hanno il permesso di cercare altri partners.
#4. Priorità agli interessi francesi e alle società negli appalti pubblici
Nei contratti governativi, le società francesi devono essere prese in considerazione per prime e solo dopo questi paesi possono guardare altrove. Non importa se i paesi africani possono ottenere un miglior servizio ad un prezzo migliore altrove.
Di conseguenza, in molte delle ex colonie francesi, tutti i maggiori asset economici dei paesi sono nelle mani degli espatriati francesi. In Costa d’Avorio, per esempio, le società francesi possiedono e controllano le più importanti utilities – acqua, elettricità, telefoni, trasporti, porti e le più importanti banche. Lo stesso nel commercio, nelle costruzioni e in agricoltura.
Infine, come ho scritto in un precedente articolo, Africans now Live On A Continent Owned by Europeans! [Gli africani ora vivono in un continente di proprietà degli europei !]
#5. Diritto esclusivo a fornire equipaggiamento militare e formazione ai quadri militari del paese
Attraverso un sofisticato schema di borse di studio e “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, gli africani devono inviare i loro quadri militari per la formazione in Francia o in strutture gestite dai francesi.
La situazione nel continente adesso è che la Francia ha formato centinaia, anche migliaia di traditori e li foraggia. Restano dormienti quando non c’è bisogno di loro, e vengono riattivati quando è necessario un colpo di stato o per qualsiasi altro scopo!
#6. Diritto della Francia di inviare le proprie truppe e intervenire militarmente nel paese per difendere i propri interessi
In base a qualcosa chiamato “Accordi di Difesa” allegati al Patto Coloniale, la Francia ha il diritto di intervenire militarmente negli stati africani e anche di stazionare truppe permanentemente nelle basi e nei presidi militari in quei paesi, gestiti interamente dai francesi.
Basi militari francesi in Africa
Quando il presidente Laurent Gbagbo della Costa d’Avorio cercò di porre fine allo sfruttamento francese del paese, la Francia ha organizzato un colpo di stato. Durante il lungo processo per estromettere Gbagbo, i carri armati francesi, gli elicotteri d’attacco e le forze speciali intervennero direttamente nel conflitto sparando sui civili e uccidendone molti.
Per aggiungere gli insulti alle ingiurie, la Francia stima che la business community francese abbia perso diversi milioni di dollari quando, nella fretta di abbandonare Abidjan nel 2006, l’esercito francese massacrò 65 civili disarmati, ferendone altri 1200.
Dopo il successo della Francia con il colpo di stato, e il trasferimento di poteri ad Alassane Outtara, la Francia ha chiesto al governo Ouattara di pagare un compenso alla business community francese per le perdite durante la guerra civile.
Il governo Ouattara, infatti, pagò il doppio delle perdite dichiarate mentre scappavano.
#7. Obbligo di dichiarare il francese lingua ufficiale del paese e lingua del sistema educativo
Oui, Monsieur. Vous devez parlez français, la langue de Molière! [Sì, signore. Dovete parlare francese, la lingua di Molière!]
Un’organizzazione per la diffusione della lingua e della cultura francese chiamata “Francophonie” è stata creata con diverse organizzazioni satellite e affiliati supervisionati dal Ministero degli esteri francese.
Come dimostrato in quest’articolo, se il francese è l’unica lingua che parli, hai accesso al solo 4% dell’umanità, del sapere e delle idee. Molto limitante.
#8. Obbligo di usare la moneta coloniale francese FCFA
Questa è la vera mucca d’oro della Francia, tuttavia è un sistema talmente malefico che finanche l’Unione Europea lo ha denunciato. La Francia però non è pronta a lasciar perdere il sistema coloniale che inietta all’incirca 500 miliardi di dollari africani nelle sue casse.
Durante l’introduzione dell’Euro in Europa, altri paesi europei scoprirono il sistema di sfruttamento francese. Molti, soprattutto i paesi nordici, furono disgustati e suggerirono che la Francia abbandoni quel sistema. Senza successo.
#9. Obbligo di inviare in Francia il budget annuale e il report sulle riserve
Senza report, niente soldi.
In ogni caso il ministero della Banche centrali delle ex colonie, e il ministero dell’incontro biennale dei ministri delle finanze delle ex colonie è controllato dalla Banca Centrale francese/Ministero del Tesoro.
#10. Rinuncia a siglare alleanze militari con qualsiasi paese se non autorizzati dalla Francia
I paesi africani in genere sono quelli che hanno il minor numero di alleanze militari regionali. La maggior parte dei paesi ha solo alleanze militari con gli ex colonizzatori! (divertente, ma si può fare di meglio!).
Nel caso delle ex colonie francesi, la Francia proibisce loro di cercare altre alleanze militari eccetto quelle che vengono offerte loro.
#11. Obbligo di allearsi con la Francia in caso di guerre o crisi globali
Più di un milione di soldati africani hanno combattuto per sconfiggere il nazismo e il fascismo durante la seconda guerra mondiale.
Il loro contributo è spesso ignorato o minimizzato, ma se si pensa che alla Germania furono sufficienti solo 6 settimane per sconfiggere la Francia nel 1940, quest’ultima sa che gli africani potrebbero essere utili per combattere per la “Grandeur de la France” in futuro.
C’è qualcosa di psicopatico nel rapporto che la Francia ha con l’Africa.
Primo, la Francia è molto dedita al saccheggio e allo sfruttamento dell’Africa sin dai tempi della schiavitù. Poi c’è questa mancanza di creatività e di immaginazione dell’elite francese a pensare oltre i confini del passato e della tradizione.
Infine, la Francia ha 2 istituzioni che sono completamente congelate nel passato, abitate da “haut fonctionnaires” paranoici e psicopatici che diffondono la paura dell’apocalisse se la Francia cambiasse, e il cui riferimento ideologico deriva dal romanticismo del 19° secolo: sono il Ministero delle Finanze e del Budget della Francia e il Ministero degli Affari esteri della Francia.
Queste 2 istituzioni non solo sono una minaccia per l’Africa ma anche per gli stessi francesi.
Tocca a noi africani liberarci, senza chiedere permesso, perché ancora non riesco a capire, per esempio, come possano 450 soldati francesi in Costa d’Avorio controllare una popolazione di 20 milioni di persone!?
La prima reazione della gente subito dopo aver saputo della tassa coloniale francese consiste in una domanda: “Fino a quando?”
Per paragone storico, la Francia ha costretto Haiti a pagare l’equivalente odierno di $21 miliardi dal 1804 al 1947 (quasi un secolo e mezzo) per le perdite subite dai commercianti di schiavi francesi dall’abolizione della schiavitù e la liberazione degli schiavi haitiani.
I paesi africani stanno pagando la tassa coloniale solo negli ultimi 50 anni, perciò penso che manchi un secolo di pagamenti!