La Chiesa ha messo in guardia gli ospedali: «Su sei campioni analizzati,
in tutti era presente l’antigene Hcg che produce anticorpi abortivi».
Il governo si difende e prosegue nel programma
I medici kenioti cattolici e i vescovi hanno denunciato
il governo e le Nazioni Unite per aver già somministrato a un milione
di donne un vaccino contro il tetano contenente un antigene che produce
anticorpi abortivi. «Quello che sta accadendo è gravissimo», dice a
tempi.it Stephen Karanja, ginecologo, presidente dell’Associazione dei
medici cattolici del Kenya e membro del consiglio esecutivo della
commissione Salute della Conferenza episcopale del paese. «Le ragazze
stanno subendo trattamenti di sterilizzazione a loro insaputa senza che
il governo abbia controllato i contenuti dell’antidoto. Ora le donne
sono alla terza somministrazione, occorre bloccare tutto prima che si
arrivi alla quinta se vogliamo salvarle».
«Abbiamo inviato sei campioni provenienti da tutto il Kenya ai
laboratori del Sud Africa. Hanno riscontrato la presenza dell’antigene
Hcg», ha spiegato Muhame Ngare, medico presso il Misericordia Medical
Centre di Nairobi. Altri campioni sono stati analizzati dall’Università
di Nairobi con risultati identici.
LA SCOPERTA. A finanziare i trattamenti sono
l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Unicef. Dopo aver
sperato in un dietro front governativo che non si è verificato, il 4
novembre scorso in un comunicato l’Associazione dei
medici cattolici ha reso noto che i risultati «confermano la nostra
peggiore paura; la campagna dell’Organizzazione mondiale della sanità
non mira a sradicare il tetano neonatale ma è un ben coordinato ed
efficace tentativo di sterilizzazione di massa per il controllo della
popolazione, tramite l’utilizzo di un vaccino che, come provato, regola
la fertilità».
PERCHE’MENTIRE? A fare da eco ai medici sono stati i
vescovi cattolici, che hanno avvertito le congregazioni religiose, i
centri di salute e gli ospedali cattolici di rifiutare il programma di
vaccinazione. Dopodiché è intervenuto il ministro della Salute, James
Macharia, smentendo i medici pur senza entrare nei dettagli ma
semplicemente dichiarando che «lo raccomanderei a mia figlia e a mia
moglie perché lo approvo al cento per cento e confido che non abbia
effetti contro la salute». Ngare ha nuovamente replicato così: «O stiamo
mentendo noi o mente il governo. Ma chiedetevi: “Per quale motivo i
medici cattolici dovrebbero mentire?”. La Chiesa cattolica ha fornito
assistenza sanitaria e vaccini per 100 anni da prima che il Kenya
esistesse come paese».
GLI INDIZI. Il medico si era insopettito perché di
solito «si chiamano in causa tutte le parti interessate tre mesi prima
della campagna, come accaduto con il vaccino contro la poliomelite poco
tempo fa», mentre in questo caso «solo pochi operatori hanno avuto il
permesso di somministrarlo. Arrivano scortati dalla polizia. E portano
via tutto quando hanno finito. Perché non lasciare che lo somministri il
personale medico locale?».
Ad allarmare l’Associazione dei medici cattolici si è aggiunto il fatto
che le donne assumono cinque dosi, come mai era accaduto in precedenza, e
che il vaccino viene somministrato solo a quante sono in età fertile:
«Normalmente somministriamo una serie di tre iniezioni in due o tre anni
a chiunque entri in una clinica con una ferita aperta, siano uomini,
donne o bambini». Rispondendo a chi sostiene che il vaccino sia
preventivo, Ngare ha domandato: «Se lo scopo è questo, di vaccinare i
bambini nel grembo materno, perché somministrarlo alle ragazze fin dai
15 anni, quando non è possibile sposarsi fino ai 18? Inoltre la prassi
per la vaccinazione dei bambini richiede di aspettare fino a quando non
hanno sei settimane di vita».
Desta sospetti anche il fatto, come hanno rilevato i vescovi, il
comportamento del governo: se esiste un’epidemia di tetano in Kenya,
perché non è stata dichiarata?
COME IN PASSATO.
I sospetti hanno portato i medici a scoprire che l’unica volta in cui
il vaccino anti tetano è stato somministrato «fu quando, sviluppato nel
1992 dall’Oms, venne utilizzato come un vettore per regolare la
fertilità mischiandolo con la gonadotropina corionica umana (Hcg)». Il
governo ha smentito prendendo ad esempio diverse donne che, già
vaccinate, sono rimaste incinta. Ngare, però, ha chiarito che «l’ultima
volta che la stessa vaccinazione di cinque iniezioni è stata utilizzata,
in Messico nel 1993 e in Nicaragua e nelle Filippine nel 1994, ha avuto
effetti abortivi solo tre anni dopo». Il che spiegherebbe come mai
vengono incluse nel programma anche le giovani fino a tre anni minori
dell’età legale per sposarsi.
Non è la prima volta che i medici kenioti denunciano il tentativo di
regolare le nascite attraverso i programmi delle Nazioni Unite. Accadde
già nel 1990 e il governo sospese la vaccinazione. Questa volta invece
non è successo. Anzi, è previsto che il piano prosegua finché non
saranno raggiunte un altro milione e trecento fra adolescenti e donne,
arrivando a una quota di 2 milioni e trecento vaccinate.