LO SCANDALO A NEUROCHIRURGIA
Specializzandi minacciati. E una garza dimenticata in testa. Il professor Occhiogrosso ci disse: mi raccomando non fate uscire questo fatto dalla la sala operatoria, non dite niente a nessuno dei vostri colleghi
di GIULIANO FOSCHINI Se c'è un paziente che rischia di morire e va operato di urgenza, e per caso è il dottor Fornaro il medico reperibile, per favore non disturbatelo. Potrebbe arrabbiarsi e magari sbattervi un telefono in faccia. "Ultimamente mi è capitato che durante un'urgenza di un paziente che necessitava di intervento, Fornaro era il reperibile di sala operatoria. Io ero la specializzanda di turno. Arrivata in reparto, il paziente era già in sala operatoria e Fornaro non era ancora arrivato. A quel punto l'ho contattato immediatamente, rappresentandogli l'urgenza e che noi eravamo pronti per l'intervento. In tutta risposta, urlando, il dottor Fornaro mi disse che in quel momento non poteva arrivare, che aveva bisogno di almeno tre quarti d'ora per essere presente e mi disse testualmente: "Fate quello che volete", chiudendomi il telefono in faccia". Il racconto è di una giovane specializzanda ed è uno dei tantissimi che il gip Marco Guida ha raccolto in 116 pagine agghiaccianti di ordinanza di custodia cautelare.
"Una gestione irresponsabile fondata sull'autoritarismo" ha scritto il giudice parlando del reparto di Neurochirurgia fino a qualche mese fa retto da Ciappetta. "Una gestione fondata su una costante politica di discriminazione". "Non solo episodi di ruberia e malasanità", ma "privilegi e impunità" avrebbero governato - secondo il gip - un pezzo del Policlinico grazie anche alla "sudditanza psicologica degli specializzandi verso chi aveva il potere di decidere del loro futuro professionale, sotto il ricatto di venire rallentati negli studi e nella formazione professionale se non avessero assecondato ogni genere di richiesta, anche palesemente illegittima. Tutti i medici - scrive Giuda nell'ordinanza - ciascuno con la propria storia, ha raccontato di aver operato in un sistema pervaso dal nepotismo nel quale chi rifiutava di adeguarsi a regole distorte era soggetto a ogni genere di vessazione sul lavoro".
Emblematici sono i racconti proprio degli specializzandi, sia quelli che stavano con i "buoni" (e cioè con Ciappetta) sia con i "cattivi" per usare sempre una distinzione del giudice. "In questi anni - racconta un medico - ho dovuto subire una politica di esclusione, emarginazione e continua vessazione messa in atto dal professor Ciappetta in ragione di una mia presunta vicinanza al professor De Tommasi". Niente quindi interventi, impossibilità a gestire i pazienti, persino la scrivania tolta dalla stanza. "Ad agosto - mette a verbale - ho persino ricevuto ingiurie e minacce in sala operatoria da due colleghi che mi accusavano di essere il supertestimone". I racconti sono tutti dello stesso tenore. "Io non posso dire di no - ha raccontato alla Finanza una delle specializzande costretta a firmare falsamente un registro per conto di un suo professore - Se lo strutturato decide che tu... sei contro il direttore, sei contro il sistema, tu in sala operatoria non metti più piede". Ancora un altro medico: "Noi specializzandi all'interno del reparto viviamo una condizione di soggezione nel senso che siamo obbligati ad attenerci a direttive e ordini impartiti senza poter controbattere".
Emblematico è quanto raccontano sia accaduto in sala operatoria, quando dalla testa di una paziente appena operata sbucò un batuffolo di cotone. Il ritrovamento prima fu omesso dalla cartella clinica, poi aggiunto e infine di nuovo sparito. Perché? Lo ha spiegato alla finanza un medico che era in sala operatoria: "Il professor Occhiogrosso ci disse: mi raccomando non fate uscire questo fatto dalla sala operatoria, non dite niente a nessuno dei vostri colleghi (...) Doveva essere tutto come un normale intervento - ha raccontato la specializzanda - senza fare riferimento al cotone, a questo corpo estraneo che non era stato analizzato. Il giorno dopo ricevo una telefonata dal dottore Occhiogrosso che mi invita ad andare in reparto, in sala operatoria, e di aggiungere al registro che era stato ritrovato questo cotonoide. Lo dovevo scrivere per forza io perché la prima parte l'avevo scritta io (...) Si è deciso di scrivere che era stato ritrovato questo cotone perché il primo operatore era stato il dottor Luzzi (ndr, uno dei nemici secondo Ciappetta). Quando hanno scoperto che sul verbale operatorio dell'intervento risultava anche il dottor Fornaro, allora molto probabilmente è stato cambiato". E il cotone è sparito di nuovo nel nulla.
Nessun commento:
Posta un commento