giovedì 1 novembre 2012

Figlio di Di Bella: "Dati sull'efficacia del metodo vengono censurati". Perchè? Veronesi non ha certificato che funziona?

Dopo un lungo periodo nel quale si è discusso sull'efficacia o meno del metodo Di Bella avevo trovato un articolo dal titolo "Veronesi si arrende a Di Bella: somatostatina efficace contro il cancro" nel quale si riporta che "L'università di Firenze e  Umberto Veronesi con L'Istituto Europeo di Oncologia (LEO) arrivano finalmente a dare dignità scientifica al metodo Di Bella". Il problema però è che i dati relativi all'efficacia sono ancora tenuti nascosti come ha dichiarato anche il figlio del Dott. Di Bella (scomparso nel 2003) in seguito alla notizia che riguarda la storia della 43enne modenese Roberta Tagliani, che in 79 giorni ha visto sparire tre tumori con la cura Di Bella.Perchè i risultati degli studi sul metodo Di Bella non vengono pubblicati? Ci sono ancora dubbi sulla sua reale efficacia?

 Fonte: virgilio.it

 

 

La chemioterapia potrebbe favorire lo sviluppo del cancro

La chemioterapia potrebbe facilitare la crescita del cancro, a riferire la notizia è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature.

Chemioterapia

Il trattamento chemioterapico è una delle soluzioni più utilizzate per contrastare la crescita del cancro ma, secondo i ricercatori statunitensi del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, potrebbe influire sulle cellule sane, come quelle che si trovano in prossimità del tumore alla prostata o quello delle ovaie o del seno, stimolando la produzione di una proteina in grado di favorire lo sviluppo del cancro.
Inoltre, secondo Peter Nelson che ha coordinato il team di ricercatori, la chemioterapia potrebbe rendere più resistenti le cellule tumorali ai successivi trattamenti.
Nelson ha spiegato che l'attività della proteina incriminata e denominata WNT16B, che influenza le cellule tumorali più vicine "facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali era del tutto inattesa".
La notizia è certamente una tegola in testa alla lotta contro il cancro. L'inattesa scoperta di fatto conferma altri studi che riferivano come alcuni tipi di tumori rispondessero positivamente al primo ciclo di chemioterapia, per poi sviluppare una resistenza ai successivi.
I ricercatori sono comunque già a caccia di soluzioni. Sulla base dei dati, le cellule benigne danneggiate dalla chemio rinvigoriscono la crescita del cancro, ma si potrebbe individuare una soluzione per inibire l'azione della proteina come "un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemioterapia, che potrebbe migliorane la risposa uccidendo più cellule tumorali".
L'altra possibilità suggerita dagli studiosi potrebbe essere quella di abbassare la dose della chemioterapia.


Fonte: http://www.vitadidonna.it