venerdì 17 ottobre 2014

ARGENTINA – Accampati da un anno contro Monsanto e nessuno ne parla


ARGENTINA - Accampati da un anno contro Monsanto e nessuno ne parla
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E’ GIA’ TRASCORSO UN ANNO DA QUANDO I CITTADINI DI UN MINUSCOLO CENTRO DELLA PREOVINCIA ARGENTINA di Córdoba hanno piantato le tende di fronte al gigantesco cantiere e sono riusciti a fermare il megaprogetto della più temibile e criminale impresa dell’agro-business. Con l’argilla hanno costruito un riparo da usare come cucina e accanto alla strada hanno coltivato un orto per la comunità. Raúl Zibechi torna ad analizzare i punti chiave della straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto: hanno imparato a far politica senza essere dei politici. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Qualche settimana fa, l’Asamblea Malvinas Argentinas Lucha por la Vida (l’Assemblea Malvinas Argentinas Lotta per la Vita) ha festeggiato un anno dalla creazione del presidio che ha permesso di paralizzare la più grande opera che la multinazionale sta portando avanti a livello mondiale. Un piccolo gruppo di abitanti di questo piccolo centro situato a 14 chilometri da Córdoba ha iniziato a mobilitarsi due anni fa quando la presidenta (Cristina Fernández, ndt) ha annunciato alla televisione nazionale che Monsanto avrebbe fatto investimenti per installare un impianto di sementi di mais transgenico che comprende 240 silos e l’utilizzo di milioni di litri di agrotossici.
MONSANTO-ARGENTINA 

GLI ABITANTI HANNO OTTENUTO IL BLOCCO DEL PROGETTO CAUSANDO LA PRIMA GRANDE SCONFITTA DELLA MULTINAZIONALE IN ARGENTINA uno dei centri fondamentali per la sua attività nella regione sudamericana. Conoscere più da vicino questa importante esperienza di organizzazione e di resistenza può permettere di capire i motivi del suo successo nei confronti di una delle imprese più potenti del mondo. Il primo insegnamento è che un piccolo gruppo di persone può cambiare la storia se è capace di radicarsi in un territorio e trasformarlo in luogo di resistenza. I protagonisti di questa lotta hanno scelto di accamparsi di fronte al cantiere della Monsanto. Il punto di svolta è stato il festival Primavera senza Monsanto, nel settembre 2013, culminato con l’insediamento del presidio. L’installazione dell’accampamento è stata un’azione a sorpresa, non l’hanno annunciata prima proprio per evitare che la polizia lo impedisse. Per un anno hanno affrontato il freddo e la pioggia, senz’acqua e senza luce, dormendo nelle tende da campeggio; il loro sostentamento è stato reso possibile dalla solidarietà e dalla volontà degli attivisti. Si sono stesi a terra per impedire l’accesso ai camion che trasportavano materiali da costruzione con il loro stesso corpo, hanno affrontato la repressione da parte della polizia, gli attacchi di gruppi appartenenti al sindacato delle costruzioni e la pressione dei poteri pubblici. Con l’argilla hanno costruito ripari da utilizzare come cucina, deposito e luogo per tenere riunioni e assemblee. Accanto alla strada hanno coltivato un orto per provvedere al cibo della comunità. La coesione e la risolutezza che sostiene il presidio ha consentito che si trasformasse in una comunità di vita.

Esther Quispe
Esther Quispe

IL SECONDO INSEGNAMENTO sono l’eterogeneità e l’orizzontalità. Esther Quispe, nipote di boliviani, madre e nonna, sottolinea che “prima di dar vita all’assemblea, non avevamo mai partecipato a nulla”, fatta eccezione per due studenti universitari del quartiere (della città di Córdoba, ndt) che “non hanno sprecato la loro umanità dentro le aule”. Fondamentale, però, è stata la possibilità di coordinarsi con attivisti provenienti dall’università o dai partiti, “questo ci ha permesso di imparare parole nuove come capitalismo e organismi geneticamente modificati”. Una costante che si può riscontrare in tutti i movimenti popolari è la confluenza di settori popolari e di attivisti che si sono formati in altri contesti. A Malvinas Argentinas –riflette Esther- il livello di istruzione è molto basso, pertanto il relazionarsi con attivisti con una formazione politica e teorica, ha aiutato la popolazione ad acquisire una visione più ampia. Dice che “la gente del presidio ha trovato la chiave di volta per comprendere quel che stava capitando”, nella reciprocità dei saperi diversi. Una parte di questa eterogeneità è stata la convergenza con altre esperienze di lotta. Le Madri di Ituzaingó, che avevano ottenuto un’importante vittoria lo stesso giorno dell’annuncio dell’investimento della Monsanto, costituiscono un supporto e un punto di riferimento poiché, in un altro quartiere di Córdoba, sono state le prime a mobilitarsi contro le fumigazioni. Grazie a Nora Cortiñas, la gente del presidio ha conosciuto le Madres de Plaza de Mayo, e poi il Premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel, gli scienziati impegnati nella lotta Andrés Carrasco e Raúl Montenegro, insignito del premio Nobel alternativo.

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NEI 12 MESI DELL’ACCAMPAMENTO “abbiamo imparato ad ascoltare l’altro, a mangiare assieme. Io ho appreso che ci sono vegani e vegetariani, abbiamo imparato a discutere tra noi”, assicura Esther. Il passo successivo è che “abbiamo imparato a far politica senza essere dei politici”. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Esther evidenzia anche la terza questione “Se abbandoniamo la strada, le lotte finiscono”. L’azione diretta è insostituibile quanto l’essere disposti a mettere in gioco il proprio corpo. Ci sono le grandi manifestazioni di 5 mila persone, in un centro di 15 mila abitanti, ma ci sono anche le azioni quasi individuali come sdraiarsi a terra di fronte a decine di camion. La potenza non sta nella quantità ma nella decisione di mettersi in gioco. È questa scelta che ha portato nell’accampamento decine di giovani, “gli hippies” come ora li chiamano, che negli ultimi mesi stanno dando il loro appoggio al presidio. I cittadini hanno imparato a convivere anche con loro e, soprattutto, a superare le diffidenze. A Córdoba, alla fine del 2013, in seguito allo sciopero della polizia, è divampato un clima di terrore. Hanno chiamato “gli hippies” perché li aiutassero a proteggere le case e i piccoli negozi e lì – nel mezzo della crisi – il loro sguardo su quei giovani diversi è cambiato. (MU, agosto 2014).
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INFINE UN ASPETTO IPORTANTE LA CREATIVITA’. Non possiamo vincere seguendo i percorsi consueti. Non si può convincere senza creare cose nuove capaci di esprimere la potenza che si sprigiona dalle azioni di resistenza. I componenti dell’assemblea hanno imparato concetti scientifici, hanno raccolto informazioni da diffondere nel quartiere e, assieme ad un laboratorio di analisi e alla cattedra di tossicologia dell’Università di Buenos Aires, hanno effettuato prelievi di sangue agli abitanti del posto. Queste analisi hanno dimostrato che 7 persone su 10 presentano nel sangue sostanze agro-chimiche, come l’Aldrin e il Dieldrin, che sono proibite in buona parte del mondo. Persone addette alle comunicazioni e collettivi di giovani hanno creato il sito web Ecos Córdoba che pubblica articoli, foto e video sulla resistenza contro la Monsanto con l’intento di “dar visibilità alle implicazioni e alle conseguenze del modello estrattivista”. Il sito contribuisce al coordinamento delle lotte nella provincia. C’è molto altro. Si potrebbe parlare del ruolo fondamentale delle donne, però quello ormai è quasi un luogo comune. Per il momento, vale la pena di insistere sul fatto che un piccolo gruppo di persone, unite nell’azione, è in grado sia di sconfiggere multinazionali e Stati, sia di scuotere dall’inerzia buona parte della popolazione.

>Fonte<
Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

PREMIATO CAVALIERE BRITANNICO – Bono degli U2 al servizio degli OGM

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VOGLIO RICHIAMARE L’ATTENZIONE CIRCA LA NUOVA ALLEANZA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE e la nutrizione discussa alla riunione del G8 dello scorso anno. L’alleanza sta spingendo i paesi africani a stipulare accordi che consentono alle aziende straniere di “afferrare” la loro terra, brevettano i loro semi e monopolizzano i mercati alimentari interni ed esterni dell’agricoltura. Ignorando le voci del proprio popolo, sei governi africani hanno fatto affari con aziende come Monsanto, Cargill, Dupont, Syngenta, Nestlé e Unilever, in cambio di promesse di aiuto da parte del Regno Unito e di altri paesi del G8. Una vasta gamma di attivisti, sia africani che europei, hanno manifestato rumorosamente contro la Nuova Alleanza, nonostante il silenzio dei Media internazionali.

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COSA C’ENTRA BONO CON QUESTA STORIA?

 Bono è noto, in un modo o nell’altro per i suoi impegni umanitari da alcuni aspramente criticati dipingendoli come progetti di un commerciante occidentale interessato a far soldi.La campagna ONE, co-fondata da Bono , si è molto preoccupata di difendere la Nuova Allenza. Dal sito ufficiale leggiamo che Bono ha lodato la “nuova alleanza” del presidente Obama per promuovere la crescita agricola in Africa, affermando: “Se le parole del suo discorso si trasformano in azioni coraggiose, la collaborazione con il mondo in via di sviluppo e il settore privato, fa di oggi un grande momento”. La prima cosa che ho scoperto è che Bono ha anche elogiato la Nuova Alleanza, in un discorso poco prima del G8 dello scorso anno negli Stati Uniti . La seconda cosa è che gran parte del finanziamento della campagna ONE è stato fornito dalla Fondazione Bill e Melinda Gates Foundation,( potete trovare la lista sul sito ufficiale qui) . Il Buon vecchio “filantropo” Bill Gates, e credo sia davvero inutile descrivere i suoi rapporti con la super “elite” e il suo notevole supporto per i pieni mondialisti di controllo multi livello.La sua fondazione ha lavorato, a sua volta , con la società biotech Monsanto e Cargill, e ha una grande

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BONO E BILL GATES PARTECIPAZIONE PER LA MONSANTO

 Continua tra l’altro anche la sua missione di aiutare l’Africa attraverso l’implementazione di vaccini.Re Microsoft” Bill Gates, eugenetico confesso , amante dei vaccini come ottimo “tool” per una terapeutica riduzione della popolazione, è anche fondatore della Bill e Melinda Gate, fondazione che esporta vaccini al Terzo Mondo.  Per questi ed altri motivi Bono è molto criticato circa il suo approccio verso l’Africa definito da molti “un mix di liscio tradizionale missionario e commerciale colonialismo, in cui il povero mondo esiste come un compito per il mondo ricco per completare”.Di certo in comune con Bill Gates hanno un’onorificenza importante, concessa solo a fedeli servitori del Regno Unito: Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.Bill Gates nel 2005 e Bono due anni dopo, nel 2007, il medesimo grado.Ecco qui una simpatica foto di Bono che mostra la medaglia della classe di Comandante, mostrando un’occhio e ricordando con il gesto della “V” il caro amato Churchill.Bono, oneri Browne, è diventato “il volto premuroso della tecnocrazia globale”, che, chissa’ con quale tipo di mandato, ha assunto il ruolo di portavoce per l’Africa, poi ha utilizzato quel ruolo per fornire “copertura umanitaria” ai leader occidentali.

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COMPAGNO DI MERENDE ANCHE AL GORE promote del Global Warming poi smentito da migliaia di scienziati con prove alla mano:La campagna ONE mi sembra il tipo di organizzazione che sostiene di lavorare per conto delle persone estremamente povere. Ma il suo team è composto in gran parte da multimilionari, ricchi industriali e rappresentanti degli Stati Uniti.Ci sono persone come Condoleezza Rice, consigliere di George W. Bush per la sicurezza nazionale e segretario di stato, che ha aggressivamente promosso la guerra in Iraq, autorizzando la CIA ad utilizzare tecniche di tortura e intimidire le nazioni più deboli costringendole a supportare gli obiettivi degli Stati Uniti.Se, come fa ONE, un’organizzazione continua a dirti che la sua è una “campagna dal basso”, è molto probabile che non lo sia affatto. Questa collaborazione tra multimilionari e tecnocrati a me sembra molto più simile a un connubio tra Stati Uniti e interessi delle multinazionali.

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

venerdì 11 luglio 2014

Datagate, spie Usa in Italia

Dal sequestro di Abu Omar a Gladio. Fino allo schianto di Longare, ai «centri di ascolto» e le telefonate intercettate dalla Nsa. Le interferenze dei servizi americani a casa nostra.

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L'indignazione, poi rientrata, di Angela Merkel per lo spionaggio americano in Germania è un gesto «teatrale» perché «non è vero che tra Paesi alleati non ci si spia». Esistono invece lo spionaggio e il controspionaggio. E anche l'Italia è a pieno titolo dentro il grande gioco. Parola di un esperto della materia, Edward Luttwak, che così si è espresso lo scorso anno, quando i giornali inglesi rivelarono che l'agenzia per la sicurezza Usa, la Nsa, intercettava le telefonate della cancelliera, del presidente francese François Hollande e di altri capi di Stato e di governo alleati.
COOPERAZIONE TRA INTELLIGENCE. Non stupisce se gli 007 della Cia, di altri servizi americani e stranieri scorrazzano liberamente nel nostro Paese, e spesso sono addirittura aiutati dai nostri agenti con i quali cooperano, come avvenuto nel 2003 quando l'imam egiziano Abu Omar venne rapito e torturato dai servizi statunitensi (con l'appoggio del Sismi), quindi portato via in volo dall'Italia attraverso la base di Aviano.
LA COMPLICITÀ ITALIANA. A conferma di questa presenza di barbe finte americane in Italia esiste il rapporto Combating Terrorism, redatto il 23 settembre 2013 dal Government Accountability Office, l'ufficio per la trasparenza dell'amministrazione Usa. Qui, come anticipato da Lettera43.it, si spiega tra l'altro che, nel solo 2012, per ben 11 volte il governo italiano ha fornito ampia collaborazione agli agenti segreti americani operanti nel nostro territorio per pedinamenti, indagini e intercettazioni ai danni di cittadini italiani incensurati e ignari di essere controllati dagli 007 della Casa Bianca.
Senza contare telefonate intercettate dalla Nsa (46 milioni solo da 10 dicembre 2012 all'8 gennaio 2013) di cui il governo Letta negò di essere a conoscenza.

Il rapimento di Abu Omar e la responsabilità dei servizi italiani

Il caso più clamoroso di blitz della Cia in Italia riguarda il rapimento di Abu Omar, imam della mosche milanese di viale Jenner. L'uomo, sospettato in Usa di terrorismo, venne prelevato dagli agenti Usa, picchiato, torturato e caricato su un aereo per gli Stati Uniti, con la complicità (riconosciuta in tribunale) dei vertici dei servizi italiani.
SEGRETO DI STATO. Un atto criminale, per la nostra legge, che però i vari governi italiani che si sono succeduti dal 2003 a oggi hanno sempre cercato di coprire apponendo il segreto di Stato alla vicenda: segno evidente di piena conoscenza dei fatti da parte di tutti i nostri premier.

Gli Usa e i sospetti sul sequestro di Aldo Moro e su Gladio

Nel suo libro I 55 giorni che hanno cambiato l'Italia, Ferdinando Imposimato, all'epoca giudice istruttore per il sequestro di Ado Moro, racconta che, qualche anno dopo l'uccisione del presidente della Dc, durante un party all'ambasciata americana a Roma, venne avvicinato da un agente della Cia dal nome in codice Louis. Lo 007, ricorda Imposimato, «mi fu presentato da un funzionario italiano»: da quel momento, dice ancora l'ex magistrato,  nel corso delle indagini sul caso Moro «ogni tre o quattro giorni il misterioso yankee mi incontrava nella hall dell'hotel Cicerone» per avere notizie fresche sulle indagini e sul terrorismo in Italia.
«LA MORTE DEL LEADER DC? UN BENE». Finché, conclude, «un giorno Louis mi confidò: 'La morte di Moro è stata un bene per l'Italia e gli Stati Uniti'». Imposimato ricorda poi di aver stabilmente cooperato, anche per altre indagini, con un agente dell'Fbi infiltrato in Italia e chiamato Michael Jeweler.
Non va poi dimenticato che in quegli stessi anni, in Italia, operava l'organizzazione segreta Gladio, organizzata e supportata dalla Cia, creata per combattere il presunto rischio che l'Italia potesse cadere sotto il dominio dell'Unione Sovietica.

La centrale di spionaggio americana di Longare e gli altri centri di ascolto

Nel novembre 2008 un elicottero americano Black Hawk, partito da Aviano, si schiantò dopo un volo radente sulle rive del Piave, nel Trevigiano. Tra i militari Usa, si contarono sei morti e cinque feriti. Sul terreno, oltre ai corpi, si trovarono apparecchiature che, secondo alcuni investigatori italiani, non erano in dotazione a quel tipo di velivolo.
PRESSING SULLA MAGISTRATURA. Gli Usa, imbarazzati, chiesero che la magistratura italiana rinunciasse all'indagine sull'incidente. In quei giorni, tra inchieste dei pm e dei giornalisti, emerse che non lontano da quella zona, nella base Usa di Longare (Vicenza) chiamata Site Pluto c'era stata negli Anni 90 e 2000 (e forse c'è ancora) la centrale di ascolto e intercettazione dei servizi di informazione militare americano in Italia.
Ma Longare non è l'unica sede delle spie Usa: strutture «di ascolto» sono piazzate in diverse zone d'Italia, come in alcuni siti della Gallura, territorio del Nord della Sardegna.

Non solo statunitensi: in Italia anche i francesi e il Mossad

Ma ad agire sul nostro territorio non è stata solo l'intelligence a stelle e strisce.
Il 25 ottobre 2003 il sottomarino a propulsione nucleare classe Los Angeles battezzato Hartford (Ssn 768) all'uscita dalla sua base sarda nell'isola di Santo Stefano (arcipelago di La Maddalena) sbagliò le manovre, toccò duramente il fondale e strisciò sulle rocce riportando (si scoprì in seguito) danni gravissimi.
L'incidente venne tenuto a lungo nascosto dalle autorità americane e italiane. Fortunatamente dal reattore non vi furono alcuna fuoriuscita d'acqua contaminata e nessuna emissione di sostanze radioattive.
LA MINACCIA DELLE TESTE DI CUOIO. Tanto segreto venne poi spiegato da una fonte di intelligence italiana, la quale tempo dopo rivelò che l'Hartord era uscito con urgenza dalla sua tana perché i militari Usa avevano scoperto la presenza sull'isola di un commando formato da truppe speciali francesi, provenienti dalla vicina Corsica.
Non è chiaro quali fossero gli obiettivi delle teste di cuoio francesi, ma è certo che all'unico sottomarino Usa presente nella base era stato dato ordine di prendere il largo con urgenza, forse per dare un qualche tipo di segnale ai francesi, che sicuramente controllavano l'attività americana tramite i satelliti.
LA TRAGEDIA DI ARGO 16. Più grave e drammatica fu, nel 1973, la vicenda di Argo 16, un aereo da trasporto dell'Aeronautica militare italiana, precipitato nei pressi di Marghera. I quattro membri dell'equipaggio morirono nello schianto. Le indagini vennero bloccate ancora una volta dall'apposizione del segreto di Stato (che resta in vigore ancora adesso), in quanto emerse che l'apparecchio era stato utilizzato per le operazioni dell'organizzazione segreta Gladio, sostenuta dalla Cia.
ulle cause del disastro, sia l'allora comandante di Gladio, il generale Gerardo Serravalle, che la Commsione stragi del parlamento, sostennero che l'aereo sarebbe stato sabotato o direttamente fatto precipitare da agenti del Mossad, come avvertimento da parte del Governo israeliano nei confronti dell'Italia, ritenuta troppo morbida e quasi amica dei terroristi palestinesi.

Marco Mostallino

sabato 5 luglio 2014

Strage di Ustica. La Francia collabora? Speriamo sia la volta buona per l’accertamento dei fatti e della verità


WCENTER 0JKGBFTMBD imgemmevi150610194713_2 Emmevi photo Strani scherzi, combina la memoria. La notizia che dopo 34 anni e tante sollecitazioni lasciate arrogantemente cadere, la Francia ha deciso di collaborare perché sia fatta luce sulla strage del DC-9 Itavia che provocò la morte di 81 persone e che non si esclude più che l’aereo dell’Itavia sia stato abbattuto da due caccia francesi, mi è tornato in mente quanto ebbe a dire l’allora sottosegretario con delega alla famiglia, droga e servizio civile (governo Berlusconi), Carlo Giovanardi. Qualcuno potrà obiettare che ricordarsi quello che Giovanardi ha detto tre anni fa è sintomo forse di decadenza e senescenza. Ad ogni modo Giovanardi riteneva intollerabile “che si continuino a raccontare bugie su Ustica, ignorando quanto scritto dalla Cassazione che ha smontato l’ipotesi del missile e di una battaglia aerea”. Chiunque osava sostenere il contrario veniva bollato come autore di “intollerabili fantasie”.
Sorridere? Sorridiamo pure, ma gli scherzi della memoria continuano. Nel marzo del 2011. Il settimanale “l’Espresso” nella sua rubrica “riservato” pubblicava un trafiletto: “I familiari delle vittime sono avvertiti: rischierà una sonora querela chiunque sosterrà che il DC-9 dell’Italia fu abbattuto sui cieli di Ustica il 27 giugno del 1980 durante un combattimento aereo tra velivoli militari o da un missile, tirando in ballo depistaggi della nostra Aeronautica. Per il governo, che mette in campo i risultati di tutti i processi e di tutte le commissioni di esperti che hanno lavorato intorno alla tragedia, c’è una sola verità: a far esplodere l’aereo fu una bomba. E 31 anni dopo ha incaricato il sottosegretario Carlo Giovanardi di vigilare sul rispetto di questa versione, anche tramite l’Avvocatura dello Stato, onde tutelare l’onore dell’Aeronautica e dei suoi generali se qualche scettico dovesse tornare a ipotizzare loro responsabilità”.
A suo tempo vennero anche presentate interrogazioni parlamentari, per sapere quanto pubblicato da “L’Espresso” corrispondeva al vero; non hanno mai avuto risposta.
E dire che Rosario Priore, il magistrato che ha lungamente indagato sulla strage di Ustica nel libro “Intrigo internazionale”, scritto assieme a Giovanni Fasanella (Chiarelettere edizioni), certe cose le ha messe nero su bianco: “La strage di Ustica è un caso coperto dall’omertà internazionale, che è ancora più impenetrabile di quella di una semplice cosca mafiosa siciliana o di una ‘ndrina calabrese…L’ipotesi di un cedimento strutturale dell’aereo fu esclusa quasi subito dai periti. Quella di una bomba esplosa all’interno dell’aeromobile, nel vano della toilette, è stata sostenuta a lungo, e ancora oggi c’è chi ne è convinto. Ma è poco credibile, perché le parti principali di questo vano sono state ripescate e su di esse non c’era alcuna traccia di esplosione. No, questa ipotesi non è sostenibile, anche se i periti non hanno mai raggiunto l’unanimità dei pareri” (pag.135); e alla domanda: “Allo stato attuale, dunque, quella dell’aereo colpito da un missile è l’ipotesi più probabile?”, Priore risponde: “Sì, direi proprio di sì. Anche se ce n’è una quarta che ha un certo grado di attendibilità, quella della near collision, una quasi collisione con un altro aereo” (pag.136). E ancora: “I periti dell’aeronautica militare hanno sostenuto che l’aereo Itavia, quella sera, a quell’ora, in quello spazio, volasse ‘solo’, cioè non fosse stato avvicinato da altri velivoli, né civili né militari. E non è vero”. A pagina 144 poi aggiunge: “E’ evidente che il DC-9 fu abbattuto da uno o più aerei militari sicuramente indirizzati verso l’obiettivo da un’efficiente ‘guida caccia’, un potente sistema radar in grado di ‘vedere’ anche a centinaia di chilometri di distanza”. Sempre Priore indica abbastanza chiaramente nella Francia il paese su cui probabilmente grava la responsabilità per la strage.
Non foss’altro per non smarrirne la memoria è utile ripercorrere le fasi di questa tragedia impunita. La strage si consuma il 27 giugno 1980, alle 20.59 e 45 secondi. E’ l’ora in cui il DC-9 sigla India-Tago-India-Golf-India, scompare dagli schermi radar. Fino a quel momento nessun problema. Il decollo è avvenuto con due ore di ritardo, ma il volo procede tranquillo. Dai centri di controllo sentono l’equipaggio ridere e scherzare, raccontano barzellette. Poi un pilota, con un moto di sorpresa, esclama: “Gua…”. Non finisce la frase. Silenzio.
Perso ogni contatto. Silenzio. Come se l’aereo non ci sia più. Come se non ci sia mai stato. Ma quell’aereo c’era. Dov’è finito, con i suoi 77 passeggeri e i 4 dell’equipaggio? Cos’è successo, quella sera, alle 20.59 e 45 secondi? Sono in tanti a chiederselo. Sono in tanti a cercare una risposta. Una risposta che chi deve, non vuole, non può dare.
L’autopsia sui corpi restituiti dal mare, una quarantina appena, rivela che sono morti in seguito alle gravissime lesioni polmonari dovute a decompressione; alcuni corpi presentano lesioni traumatiche. Significa, dicono gli esperti, che sono morti quando la cabina pressurizzata dell’aereo si è spaccata, in aria; e l’aereo poi è caduto. Ma cos’è successo? Si parla di incidente strutturale. Di esplosione a bordo. Di un possibile attentato. Si nominano commissioni d’inchiesta, perizie e contro-perizie a non finire, ipotesi e – anche – depistaggi. C’è chi perfino sostiene che il DC-9 abbia galleggiato per ore in superficie; poi sbuca da chissà dove un sommergibile inglese, e squadre di guastatori minano il relitto e lo fanno inabissare; si ipotizza un coinvolgimento di Israele: un’operazione “sporca” contro un aereo francese con materiale nucleare diretto all’Irak di Saddam, e il DC-9 viene colpito per errore. Si parla di responsabilità degli americani, dei francesi, dei sovietici; si parla di un fallito attentato contro Gheddafi…si parla di una bomba a bordo: un attentato collegato alla strage del 2 agosto alla stazione di Bologna, per punire la politica estera italiana di sostegno a Malta, contrastata dalla Libia. Per quel che riguarda la teoria della bomba si arriva a ricostruzioni macabre: l’ordigno nascosto nella toilette, che però viene recuperata intatta, e si ipotizza che in quel momento la toilette fosse occupata, il corpo di qualcuno avrebbe fatto da schermo.
La commissione parlamentare presieduta da senatore Libero Gualtieri usa parole di fuoco; descrive uno scenario fatto di “menzogne, reticenze, deviazioni”. Il reperto principale, i resti del DC-9 sono in fondo al Tirreno, a una profondità di 3700 metri… I nastri con le registrazioni dei centri radar sono negati, distrutti, nascosti. I testimoni sono reticenti, negano a volte l’evidenza; e nessun centro radar quella notte sembra aver funzionato come doveva… Ci vuole tutta la pazienza certosina dei magistrati per recuperare dati e informazioni, decodificare i tracciati, dare un senso alle mezze frasi…
Un po’ alla volta il mosaico si compone. Quella sera, intanto, c’erano una quantità di aerei in volo, assieme al DC-9: aerei italiani che improvvisamente decollano, e che altrettanto improvvisamente sono fatti rientrare; ma ci sono anche altri aerei: forse americani; forse, più probabilmente, francesi. Che ci fanno? Esercitazioni? O devono intercettare qualcuno? Chi insegue e chi è inseguito? La Francia non ha mai risposto alle rogatorie italiane. Da oltralpe si arriva all’impudenza di sostenere che la base militare di Solenzara, in Corsica, alle cinque del pomeriggio è chiusa. Come un ministero o un ufficio postale. Peccato che a smentirli sia un generale dei carabinieri Nicolò Bozzo, braccio destro del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa,: “Ero in Corsica a Solenzara in vacanza con la mia famiglia e mio fratello. Avevamo scelto un albergo vicino all’aeroporto militare. Affacciandomi dal balcone potevo vedere sulle piste i Mirage francesi e i Phantom della NATO…La sera del 27 giugno non siamo riusciti a chiudere occhio fin dopo la mezzanotte tanto era il frastuono dovuto al via vai dei cacciabombardieri…”.
Il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, dopo aver perorato per anni la causa della bomba, muta opinione: ad abbattere il DC-9, sostiene, sono stati i francesi.
Torniamo a Priore. Racconta che la Francia gli ha sempre chiuso le porte in faccia: “Ci fu opposta una chiusura totale. In tutte le epoche e da tutti i governi. Sia Valéry Giscard d’Estaing sia François Mitterrand si chiusero a riccio, persistendo nella politica di tutela assoluta dei segreti di Stato, a prescindere dal colore dei governi. Qualche indicazione preziosa la ricavai invece da un lungo colloquio con Alexandre de Marenches, il direttore dello Sdece, il servizio segreto esterno francese all’epoca di Ustica. (…) Mi disse che le mie ricerche in Francia non avrebbero sortito alcun effetto, perché se quei servizi avessero tentato un’operazione contro Gheddafi, non avrebbero lasciato alcuna prova. Però ci tenne anche a precisare che, secondo lui, il leader libico doveva essere messo nella condizione di non nuocere più, e farlo era il dovere di più governi”.
Priore dice di aver ricavato, da quel colloquio, la sensazione che “avesse voluto dirmi la verità su Ustica, ma senza che io la potessi utilizzare sul piano giudiziario. Perché era certissimo che non avrei mai potuto trovare prove nelle carte dello Sdece. Comunque, una volta chiusa l’inchiesta, sono emersi frammenti di verità. Abbiamo già detto delle ammissioni di Cossiga. E poi la notizia, molto attendibile, che l’operazione partì dalla portaerei francese Clemenceau, che si trovava a sud della Corsica e aveva la copertura radar della base a terra di Solenzara”.
Ora la notizia che il sostituto procuratore aggiunto Maria Monteleone e il sostituto Erminio Amelio avrebbero raccolto elementi sufficienti che dimostrerebbero che quella notte in volo c’erano almeno un paio di caccia francesi; che hanno avuto l’autorizzazione per interrogare una decina di ex militari della base di Solenzara, e addirittura che Parigi sarebbe disposta ad aprire gli archivi della Difesa per ricostruire i movimenti di cacciabombardieri e unità navali nel mar Tirreno la notte della strage. Piccoli, importanti passi verso l’accertamento della verità?

Fonte 

domenica 15 giugno 2014

Banchieri, Elite, Cabala Mondiale, ecco chi sono i padroni del mondo

Il controllo degli Stati Uniti, e della politica globale, da parte delle famiglie più ricche del pianeta,  viene esercitato in maniera profonda, assoluta e clandestina. Questo controllo ha avuto inizio in Europa e ha una continuità che può essere fatta risalire al tempo in cui i banchieri hanno scoperto che era più redditizio fare prestiti ai governi che a singoli individui bisognosi
 

Queste famiglie di banchieri e i loro beneficiari asserviti sono arrivati a possedere  le imprese più importanti, nel corso di due secoli, durante i quali si sono, segretamente e in maniera crescente, organizzati come  controllori dei governi di tutto il mondo e come arbitri della guerra e della pace.
Se non capiremo questo non saremo in grado di comprendere le vere ragioni per le due guerre mondiali e l’imminente Terza Guerra Mondiale [articolo del 2011, ndr] , una guerra che quasi certamente inizierà come conseguenza del tentativo americano di conquistare e controllare  l’Asia centrale. L’unica via di uscita per gli Stati Uniti è fare marcia indietro – cosa che i popoli degli Stati Uniti e del mondo vogliono, ma l’elite no.
Gli Stati Uniti sono un paese controllato attraverso la proprietà privata della Federal Reserve, che a sua volta è controllata da un manipolo di famiglie di banchieri che si sono affermate soprattutto con l’inganno.
Nel suo interessante libro The Secret Team (La Squadra Segreta), il colonnello Fletcher Prouty, l’ufficiale addetto alle istruzioni del Presidente degli Stati Uniti dal 1955 al 1963, narra un importante episodio, in cuiWinston Churchill pronunciò delle parole rivelatrici durante la seconda guerra mondiale: “In questa notte particolare c’è stato un pesante raid su Rotterdam. Rimase lì seduto, meditando, e poi, come parlando a se stesso, disse  ‘guerra sottomarina indiscriminata, senza restrizioni nei bombardamenti aerei -  questa è guerra totale’ Continuò a stare seduto lì, a guardare una grande mappa, e poi disse, ‘Il Tempo e l’Oceano e qualche stella polare e la Grande Cabala (High Cabal) ci hanno reso quello che siamo’. “
Prouty afferma inoltre: “Fu una scena memorabile e un’insolita rivelazione della realtà, nella migliore delle ipotesi. Se per il grande Winston Churchill, vi è una ‘Grande Cabala’ che ci ha reso ciò che siamo, la nostra definizione è completa. Chi poteva sapere meglio dello stesso Churchill, durante i giorni più bui della seconda guerra mondiale, che esiste, senza dubbio, la Grande Cabala Internazionale? Questo era vero allora. E’ vero oggi, specialmente in questi tempi di Ordine Globale. Questo onnipotente gruppo ha affermato la sua superiorità perché aveva imparato il valore dell’anonimato”. Questa “Grande Cabala” è la “Cabala Globale” di oggi, chiamata anche l’elite da diversi scrittori.[ David Icke in particolare]

La Grande Cabala e Quello che Loro controllano
L’elite detiene i mezzi di comunicazione, le banche, la difesa e l’industria petrolifera. Nel suo libro Chi è chi dell’Elite, Robert Gaylon Ross Sr. afferma: “È mia opinione che loro detengono i militari americani, la NATO, il Servizio Segreto, la CIA, la Corte Suprema, e molte delle corti inferiori. Essi sembrano controllare, direttamente o indirettamente, la maggior parte delle agenzie dello stato,  delle contee, e le forze di polizia locali.”
L’elite è intenta a conquistare il mondo sfruttando le capacità del popolo degli Stati Uniti. E’ stato nel lontano 1774 che Amschel Mayer Rothschild ha dichiarato in una riunione dei dodici uomini più ricchi di Prussia a Francoforte: “Le guerre devono essere condotte in modo che i popoli di entrambe le parti siano ulteriormente in debito con noi.” Egli ha inoltre dichiarato nello stesso incontro: “panico e depressioni finanziarie alla fine avranno come risultato un Governo Mondiale, un Nuovo Ordine Mondiale.”
L’elite possiede numerosi “think tanks” che operano per espandere, consolidare e perpetuare la loro influenza sul mondo. Il Royal Institute of International Affairs (RIIA), il Council on Foreign Relations (CFR), il Gruppo Bilderberg, la Commissione Trilaterale, e molte altre organizzazioni simili sono tutte finanziate dall’elite e lavorano per essa. Questi gruppi di riflessione pubblicano giornali, come il Foreign Affairs, in cui queste idee imperialiste e contro la specie umana vengono pubblicate, e poi, se necessario, allargate in forma di libri ai quali danno ampia pubblicità.
Zbigniew Brzezinski e Henry Kissinger ed altri, nonché i “pensatori” neo-con, devono la loro posizione e il buon tenore di vita alla generosità dell’élite. Questo è un punto importante che deve essere tenuto in bella vista in ogni momento. Questi pensatori e scrittori sono sul libro paga dell’élite e lavorano per loro.Nel caso qualcuno avesse dubbi su una simile affermazione, potrebbe essere di auto leggere le seguenti citazioni dal libro di  indagini scientifiche approfondite del Professor Peter Dale Scott La strada verso l’11/9 – Ricchezza, Impero, e il futuro dell’America (University of California Press, 2007 ):
… Bundy Harvard pupillo di Kissinger è stato chiamato ad essere consigliere della sicurezza nazionale, dopo aver presieduto un importante “gruppo di studio” presso il Council on Foreign Relations. Come ex assistente di Nelson Rockefeller, Kissinger era stato pagato da Rockefeller per scrivere un libro sulla guerra limitata, per il CFR. Aveva anche lavorato duramente durante la perdente campagna elettorale per la nomination presidenziale di Rockefeller nel 1968. Così Rockefeller e il CFR potrebbero essere stati esclusi dal controllo del Partito Repubblicano, ma non dalla Casa Bianca Repubblicana. (Pag. 22)
La seguente citazione da pagina 38 del libro è molto rivelatrice:
La relazione Rockefeller-Kissinger era complessa e certamente intensa. Come ha scritto il giornalista investigativo Jim Hougan: “Kissinger, sposato con un’ex assistente di Rockefeller, proprietaria di una villa a Georgetown, il cui acquisto fu possibile solo grazie a donazioni e prestiti di Rockefeller, è sempre stato un protetto del suo patrono Nelson Rockefeller, anche quando non era direttamente alle sue dipendenze”.
Il Professor Scott aggiunge:
L’arrivo di Nixon e Kissinger alla Casa Bianca nel 1969 coincise con la nomina di David Rockefeller a presidente della Chase Manhattan Bank. La politica estera  di distensione di Nixon e Kissinger  era altamente congruente con la spinta di Rockefeller ad internazionalizzare le operazioni bancarie della Chase Manhattan. Così nel 1973 la Chase Manhattan è diventata la prima banca americana ad aprire un ufficio a Mosca. Pochi mesi dopo, grazie ad un invito di Kissinger, Rockefeller divenne il primo banchiere americano a parlare con i leaders comunisti cinesi a Pechino.
Come manipolare l’opinione pubblica
In aggiunta a questi strategici “think tanks”, l’élite ha creato una catena di istituti di ricerca dediti a manipolare l’opinione pubblica secondo i desideri dell’elite. Come sottolineato da John Coleman nell’apertura del suo libro rivelatore l’Istituto Tavistock sulle relazioni umane - Un progetto per il declino morale, spirituale, culturale, politico ed economico degli Stati Uniti d’America, l’istituto fu fondato nel 1913 alla Wellington House di Londra per manipolare l’opinione pubblica. Secondo Coleman:
La moderna scienza della manipolazione di massa è nata alla Wellington House, Londra, il robusto infante tenuto a battesimo da Lord Northcliffe e Lord Rothmere. La monarchia britannica, Lord Rothschild, i Rockefeller sono responsabili del finanziamento all’impresa … lo scopo di quelli della Wellington House era quello di effettuare un cambiamento nelle opinioni dei cittadini britannici che erano fermamente contrari alla guerra con la Germania, un compito formidabile che è stato realizzato con l’”opinion making”,  attraverso sondaggi. Lo staff era composto da Arnold Toynbee, un futuro direttore di studi presso il Royal Institute of International Affairs (RIIA), Lord Northcliffe, e gli americani Walter Lippmann e Edward Bernays. Lord Northcliffe era collegato ai Rothschilds tramite il matrimonio.
Bernays era nipote di Sigmund Freud, un fatto mai menzionato, e sviluppò la tecnica della“costruzione del consenso” Quando Sigmund Freud si trasferì in Gran Bretagna, anche lui, di nascosto, divenne associato a questo istituto attraverso l’Istituto Tavistock. Secondo Coleman, Bernays ha “aperto la strada all’uso della psicologia e altre scienze sociali per manipolare  e formare l’opinione pubblica in modo che il pubblico pensasse che tali opinioni fossero spontanee.”
Il Tavistock Institute ha 6 miliardi di dollari di fondi e 400 organizzazioni  ausiliarie che sono sotto il suo controllo insieme a 3.000 think thanks, per lo più negli Stati Uniti. Lo Stanford Research Institute, l’Istituto Hoover, l’Aspen Institute del Colorado, e molti altri, dediti alla manipolazione degli Stati Uniti così come dell’opinione pubblica mondiale, sono emanazione del  Tavistock. Questo aiuta a spiegare perché il pubblico americano, in generale, è così ipnotizzato da essere incapace di vedere le cose chiaramente e reagire.
Il ricercatore del Bildelberg Daniel Estulin cita, dal libro di Mary Scobey Coltivare Umanità, una dichiarazione attribuita al professor Raymond Houghton, secondo cui il CFR è stato chiaro per lungo tempo nel dire che “il controllo totale del comportamento è imminente … senza l’auto Realizzazione dell’umanità una crisi è a portata di mano. “
Si tenga anche presente che attualmente l’80% dei mezzi di comunicazione e di stampa degli Stati Uniti è di proprietà di solo sei grandi aziende. Questo sviluppo ha avuto luogo negli ultimi due decenni. Queste società sono di proprietà dell’elite. E’ quasi impossibile per chi è a conoscenza di ciò che sta accadendo a livello globale, guardare, anche per pochi minuti, le bugie, le distorsioni e falsificazioni, riversate incessantemente da questi media, organi di propaganda e lavaggio del cervello dell’élite.
Una volta che il quadro è chiaro, è anche facile notare il silenzio criminale dei media sui crimini perpetrati contro l’umanità per volere delle élites. Quante persone sanno che i tassi di cancro a Falluja, in Iraq, sono superiori a quelli di Hiroshima e Nagasaki a causa dell’uso di uranio impoverito, e forse di altri dispositivi nucleari segreti, da parte delle forze degli Stati Uniti? Falluja è stata punita per la sua eroica resistenza contro le forze americane.
L’importanza di Eurasia
Perché gli Stati Uniti sono in Asia Centrale? Per capire questo, si devono guardare gli scritti dei tirapiedi dell’élite – Brzezinski, Kissinger, Samuel P. Huntington, e loro simili. E’ importante notare che i membri di questi think thanks pagati dall’elite pubblicano libri come parte di una strategia finalizzata a dare rispettabilità a successive, immorali e predatorie azioni illegali che devono essere intraprese per volere delle élites. Le opinioni non sono necessariamente loro – sono le opinioni dei think thanks. Questi tirapiedi formulano e annunciano politiche e piani per volontà dei loro padroni, attraverso organismi come il Council on Foreign Relations, il Bilderberg Group, ecc
Nel suo libro infinitamente arrogante La Grande Scacchiera, pubblicato nel 1997, Brzezinski ha spiegato la filosofia dietro l’esplosione militare statunitense in corso. Comincia citando i ben noti punti di vista del geografo britannico Sir Halford J Mackinder (1861-1947), un altro lavoratore per l’elite. Mackinder era un membro del ‘Coefficients Dining Club’ istituito dai membri della Fabian Society nel 1902. La continuità delle politiche dell’élite è indicata dal fatto che Brzezinski parte dalla tesi di Mackinder proposta per la prima volta nel 1904: “Chi governa l’Est Europa comanda l’Heartland: chi governa l’Heartland comanda il Supercontinente(Eufrasia): chi comanda il Supercontinente comanda il mondo”.
Brzezinski sostiene che, per la prima volta nella storia umana, una potenza non-eurasiatica è diventata preminente e deve dominare sul continente eurasiatico, se vuole rimanere la potenza globale preminente:“Per l’America il premio geopolitico principale è l’Eurasia … Circa il 75 per cento della popolazione mondiale vive in Eurasia … l’Eurasia rappresenta circa il 60 per cento del PIL mondiale e circa i tre quarti delle risorse energetiche mondiali conosciute”.
Non è solo la posizione geostrategica della regione – è anche la sua ricchezza, “sia delle sue imprese che sotto il suo suolo”, ad esercitare questa attrazione per l’élite la cui avidità di denaro e sete di potere, restano insaziabili, come se fossero afflitti da una malattia.
Brzezinski scrive: “Ma è sul campo da gioco più importante del globo – l’Eurasia – che a un certo punto potrebbe sorgere un potenziale rivale dell’America. Questa focalizzazione sui giocatori chiave e valutazione attenta del terreno deve essere un punto di partenza per la formulazione di una geostrategia americana per la gestione a lungo termine degli interessi geopolitici dell’America in Eurasia”.
Queste linee sono state pubblicate nel 1997. Milioni di persone sono morte negli ultimi due decenni, e milioni hanno perso la  casa in questa regione, ma per Brzezinski essa rimane un “campo” da gioco  e il suo trastullo! Nel suo libro, Brzezinski ha tracciato due mappe molto interessanti – una di queste porta il titolo La zona globale di penetrante violenza (pagina 53) e l’altra (pag. 124) è intitolata I Balcani euroasiatici. La prima di queste racchiude una regione che comprende i seguenti paesi: Sudan, Egitto, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Iraq, Iran, tutti gli Stati dell’Asia Centrale, Afghanistan, Pakistan e parti della Russia e dell’India. La seconda ha due cerchi, un cerchio interno e un cerchio più ampio – il cerchio esterno racchiude gli stessi paesi della prima mappa, ma il cerchio interno comprende Iran, Afghanistan, Turchia orientale e le repubbliche ex sovietiche in Asia centrale.
“Questa vasta regione, lacerata da odi esplosivi e circondata da potenti vicini concorrenti, è probabile che sia un campo di battaglia importante …” scrive Brzezinski. Egli scrive ancora: “Una possibile sfida al primato americano dal fondamentalismo islamico potrebbero essere parte del problema di questa regione instabile.” Queste righe sono state scritte in un momento in cui questo tipo di fondamentalismo non era un problema – Successivamente  gli Stati Uniti hanno manipolato le cose e hanno scelto di crearne uno con tattiche provocatorie e ingannevoli. Secondo i suoi pensatori strategici, gli Stati Uniti potrebbero affrontare una sfida seria da una coalizione di Cina, Russia e Iran e devono fare tutto il possibile per evitare la formazione di una simile coalizione.
Per Brzezinski, il “terrorismo” – un concetto in stile Tavistock – è solo una strategia ben pianificata e ben congegnata, una menzogna e un inganno, per fornire una copertura per una presenza militare nella regione eurasiatica Centrale e altrove. Esso viene utilizzato per tenere il pubblico americano in uno stato di paura, per mantenere la Russia in uno stato di insicurezza  riguardo ad ulteriori rotture  (gli Stati Uniti hanno addestrato e sostenuto i combattenti ceceni, completamente “terroristi”) per giustificare la presenza delle truppe statunitensi all’interno e nei dintorni dell’Asia centrale.
Preparazione della Guerra al Terrorismo
Il terrorismo giustifica la trasformazione degli Stati Uniti in uno stato di polizia. Secondo ilWashington Post del 20 e 21 dicembre 2010, gli Stati Uniti hanno 4.058 organizzazioni anti-terrorismo! Queste non sono certamente destinate ai cosiddetti terroristi, che operano in Asia centrale – il numero supera di gran lunga il numero dei cosiddetti terroristi  in tutto il mondo. Lo sfrenato spionaggio interno da parte delle agenzie degli Stati Uniti è ormai un dato di fatto e il pubblico americano, come sempre, ha accettato questo a causa della collusione dei media e di Istituti come il  Tavistock di proprietà dell’elite.
Lo storico statunitense Howard Zinn si esprime molto bene: “La cosiddetta guerra al terrorismo  non è solo una guerra contro persone innocenti in altri paesi, ma anche una guerra contro il popolo degli Stati Uniti: una guerra alla nostra libertà, una guerra al nostro tenore di vita. La ricchezza del paese viene rubata al popolo e consegnata ai super ricchi. Le vite dei nostri giovani vengono rubate. E i ladri sono alla Casa Bianca.” In realtà i ladri controllano la Casa Bianca e lo fanno da lungo tempo.
Nel suo libro eccezionale Crossing the Rubicon, Michael Ruppert sottolinea che gran parte della violenza nella regione asiatica centrale così come in Pakistan, che è stato incluso in due mappe nel libro di Brzezinski, è stata “avviata da delegati degli Stati Uniti”. “Dato che queste mappe sono state pubblicate ben quattro anni prima che il primo aereo colpisse il World Trade Centre, rientrano in una categoria di prove che ho imparato al Dipartimento di Polizia di Los Angeles [Los Angeles Police Department]. Si chiamano ‘indizi’. “Ciò significa che l’esplosione del militarismo degli Stati Uniti dopo l’11/9, e l’evento stesso, erano parte di una strategia pre-pianificata e coerente di dominio globale in cui il popolo degli Stati Uniti è stato “conquistato” attraverso la legislazione totalitaria attuata sulla scia dell’11/9.
Come Brzezinski afferma:
L’America è troppo democratica a casa per essere autocratica all’estero. Questo limita l’uso del Potere dell’America, specialmente della sua capacità di intimidazione militare. Mai prima una democrazia popolare ha raggiunto la supremazia internazionale. Ma la ricerca del potere non è un obiettivo che suscita la passione popolare, eccetto in condizioni di improvvisa minaccia o sfida al senso di benessere nazionale del pubblico… L’abnegazione economica (cioè, spese per la difesa) e il sacrificio umano (vittime anche tra i militari di carriera) richiesti nello sforzo non sono congeniali agli istinti democratici. La democrazia è nemica della mobilitazione imperiale.
Certamente la legislazione post 11/9, la straordinaria espansione delle agenzie di sorveglianza sul pubblico americano è motivo di grande soddisfazione per l’elite - gli Stati Uniti difficilmente possono essere definiti una democrazia, ora. Come riportato dal Washington Post, la National Security Agency intercetta più di 1,7 miliardi di emails, telefonate e altre comunicazioni ogni giorno e le memorizza. Nessuna meraviglia che Bush ha chiamato l’11/9 “una grande opportunità” e Rumsfeld l’ha visto come analogo alla seconda guerra mondiale per “rimodellare il mondo”.
Al fine di raggiungere gli obiettivi dell’elite, gli Stati Uniti hanno distrutto la Jugoslavia, mentre la Russia restava ipnotizzata e impotente, da cambi di regime effettuati in Asia centrale, basi militari costruite in Europa orientale e Asia centrale, ed esercitazioni militari altamente provocatorie per sfidare la volontà della Russia e della Cina.  Hanno costruito una base militare in Kirghizistan che ha più o meno 500 miglia di confine con la Cina. Quando i cinesi hanno protestato per le recenti esercitazioni navali con la Corea del Sud troppo vicine al territorio cinese, un portavoce USA ha risposto: “Le decisioni in questione sono prese da noi e solo da noi … Dove ci esercitiamo, quando ci esercitiamo, con chi e come, con quali risorse e così via, sono decisioni prese dalla Marina degli Stati Uniti, dal Dipartimento della Difesa, dal governo degli Stati Uniti”. “Come nota il giornalista Rick Rozoff: Non c’è modo che un tale polemico, arrogante e volgare linguaggio non sia stato compreso nel suo giusto valore a Pechino. “
Gli Stati Uniti hanno acquisito basi in Romania, Bulgaria, Polonia e Repubblica ceca – e hanno creato la più grande base militare mai costruita nella regione, Camp Bondsteel, in Kosovo. Secondo un rapporto del giornale russo Kommersant, il 3 marzo 2011, un piano in quattro fasi per lo spiegamento di un sistema missilistico americano in Europa sarà pienamente completato entro la fine del 2020. Gli Stati Uniti sono anche impegnati a creare legami militari  bilaterali nel cortile di casa della Russia, con l’Azerbaigian, Kazakistan, Uzbekistan, Turkmenistan e perseguono l’obiettivo di una “Grande Asia Centrale”, dall’Afghanistan fino al Medio Oriente, un grande corridoio da cui il petrolio, il gas, e le ricchezze minerarie di questa regione affluiranno nelle casse dell’elite degli Stati Uniti, a prezzo sanguinoso per la popolazione locale.
Come rilevato dal diplomatico di carriera indiano M.K. Bhadrakumar: “Non passerà molto tempo prima che comincino a capire che ‘la guerra al terrore’ sta fornendo una conveniente agenda in base alla quale gli Stati Uniti garantiscono in modo incrementale, a se stessi, una dimora permanente negli altipiani di Hindu Kush, Pamir, nelle steppe dell’Asia centrale e del Caucaso che formano il nodo strategico che domina la Russia, la Cina, l’India e l’Iran. - “La scena di  una grande guerra che coinvolge le grandi potenze del momento – Stati Uniti, Russia e Cina – è stata impostata, su progetto dell’élite. E ‘solo una questione di tempo.
Di volta in volta l’élite degli Stati Uniti ha portato la sua brava gente in grandi guerre attraverso inganni documentati da prove – l’affondamento del Lusitania durante la prima guerra mondiale, Pearl Harbour nella seconda guerra mondiale, e così via. L’élite ci considera “spazzatura umana” – un termine usato per la prima volta dai francesi in Indocina. Sta inoltre creando una buona dose di “rifiuti umani” negli Stati Uniti. Un rapporto della Banca Mondiale afferma che, nel 2005, 28 milioni di americani erano “precari” – nel 2007 il numero era salito a 46 milioni! Un americano su cinque si trova di fronte la possibilità di diventare “indigente” – 38 milioni di persone ricevono buoni pasto!
Michael Ruppert lamenta:
Il mio paese è morto. La sua gente ha ceduto alla tirannia e, così facendo, è diventata il principale gruppo di supporto alla tirannia, la sua base, il suo difensore. Ogni giorno appoggiano la tirannia facendo operazioni nelle sue banche e spendendo il loro denaro preso in prestito nelle corporazioni che lo gestiscono. La grande strategia dei  Neocons di George HW Bush ha trionfato. Convincere le persone che l’America non può vivere senza le ‘cose buone’, poi sedersi e guardare mentre esse avallano crimini sempre più oltraggiosi  mentre  voi gettate loro ossa con sempre men carne. Per tutto il tempo li tenete bloccati nel debito.Distruggete la classe media, la sola base politica che deve essere temuta. Fate loro accettare, a causa della loro colpa comune, misure sempre più repressive da stato di polizia. Fate quello che volete.
Un sistema economico globale eretto su valori inumani e predatori, dove pochi posseggono più ricchezza dei miliardi di affamati messi insieme, si concluderà, ma la fine sarà dolorosa e sanguinosa. Si tratta di un sistema in cui l’elite vive di guerra e miseria umana diffusa, sulla progettazione della morte e della distruzione. Come disse Einstein, “Io non so come  sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma posso dirvi cosa useranno nella Quarta – clave e pietre!”
Il Prof. Mujahid Kamran è Vice Rettore, Università del Punjab, Lahore, Pakistan, e il suo libro The Grand Deception – Corporate America and Perpetual War è appena stato pubblicato (aprile 2011) da Sang e pubblicazioni Meel, Lahore, Pakistan.

martedì 3 giugno 2014

LE NOVE PEGGIORI COSE CHE TROVI NELLA CARNE CHE MANGI




A cura di Francesca di NonSoloAnimali

1. ANTIBIOTICI
Le condizioni di vita negli allevamenti industriali sono responsabili del debole stato di salute degli animali. Senza i farmaci, quindi, non sarebbe possibile far funzionare alcun allevamento intensivo. Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l’italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. Il consumo di carne comporta rischi sanitari di cui si parla ben poco in Italia e di cui raramente i consumatori hanno consapevolezza: dal rischio di assumere antibiotici ‘a pranzo e a cena’, al rischio di venire a contatto con patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici.
Secondo l’Autorità alimentare europea, Efsa (European Food Security Authority), in molti casi i cibi di origine animale trasmettono all’uomo batteri resistenti agli antibiotici. L’ingestione continuata - tramite la carne - di questi medicinali può provocare alla lunga disturbi intestinali cronici e l’inefficacia degli antibiotici quando ne sorga la necessità. Il rischio è non avere la possibilità di guarire dalle patologie trasmesse da questi batteri, dalle più semplici a quelle che potrebbero avere esiti potenzialmente fatali. Tra questi patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici ci sono anche la Salmonella typhimurium e parathyphimurium (l’infezione si trasmette con le uova e la carne, soprattutto avicola e suina), lo Staphylococcus aureus, Campylobacter coli e jejuni. Ma i rischi maggiori sono quelli che potrebbe causare un altro batterio divenuto resistente: un particolare ceppo di Escherichia coli che provoca colite emorragica e insufficienza renale. La contaminazione del cibo (carne e latte bovino) avviene attraverso le feci dell’animale, ma anche tramite l’acqua. Il maggior fattore di rischio è rappresentato dal consumo di carne macinata di manzo cruda o poco cotta (hamburger disease), ma ne è stata dimostrata la presenza anche in carni di pollo, agnello e maiale.

2. BATTERI
Si potrebbe pensare che con la somministrazioni degli antibiotici in corso , la carne sia libera da batteri. Niente di più falso. I batteri sono all'ordine del giorno nella carne proveniente dagli allevamenti, inclusi i batteri resistenti agli antibiotici conosciuti anche come superbatteri . Quasi la metà delle carni di manzo, pollo, maiale e tacchino, in campioni testati nei negozi di alimentari degli Stati Uniti conteneva batteri stafilococco, tra cui il resistente batterio MRSA stafilococco ( meticillina-resistente Staphylococcus aureus ). Anche la carne di maiale testata dal Consumer Reports nel 2013, conteneva anche MRSA e altri quattro tipi di batteri resistenti .

3. PRODOTTI PER LA PULIZIA
 Dal momento che gli antibiotici non salvano la carne dai batteri, i produttori di carne sono sempre più creativi. Risale a qualche anno fa la scoperta di carne schiarita e fatta passare per" carne bovina magra finemente strutturato " ( LFTB ) conosciuta anche come Pink Slime, trattata con sbuffi di ammoniaca.
Ma c’ è un altro prodotto di pulizia utilizzato nella produzione di carne che sta cominciando a fare notizia : il cloro . Secondo il sito MeatPoultry.com , " il 99 per cento dei produttori di pollame americana" raffredda i polli "per immersione, in bagni di acqua clorurati - refrigeratori .

4. FARMACI
Circa il 45% dei suini Usa, il 30% del bestiame e una percentuale sconosciuta di tacchini sono “colorati” con il farmaco per l’asma, la ractopamina, prima della macellazione. Fino al 20% di ractopamina è ancora presente quando comprate quella carne.
Dal 1998, più di 1.700 americani amanti della carne di maiale sono stati “avvelenati” in questo modo. Per questo, la carne con ractopamina è vietata in 160 Paesi diversi tranne che negli Usa.
Dove è vietato: 160 Paesi tra cui Europa, Russia, Cina e Repubblica cinese.

5. RISCHIO MORBO MUCCA PAZZA
 Il primo caso nel 1986, quella della «mucca pazza» fu una delle peggiori emergenze sanitarie: 207 morti di encefalopatia spongiforme bovina (Bse), in Europa, per colpa del consumo di carne proveniente da bovini malati. A scatenare l’epidemia erano state le farine di pecora, un mix di carne e di ossa, che avevano trasmesso la malattia alle mucche e poi all’uomo. Dal 1° giugno 2013 le farine animali, bandite nel 2001 dall’alimentazione degli animali, sono tornate. Lo sapevate? A deciderlo è stata la Commissione europea. Il motivo principale è economico, costano meno delle farine di soia e rendono di più.
Il numero di animali colpiti dalla malattia ad oggi è di poco superiore ai 180.000 capi, quasi tutti in Gran Bretagna, qualche centinaio in Irlanda, Portogallo, Svizzera e Francia; poche unità o decine in Belgio, Germania, Paesi Bassi, Liechtenstein, Austria e Italia. Sembra provato che il morbo si sia diffuso anche negli altri paesi a causa dell'utilizzo delle farine animali prodotte sul posto con parti di animali provenienti dalla Gran Bretagna per il consumo locale.

6. ORMONI
In alcuni paesi, come gli USA, il trattamento con ormoni è stato autorizzato negli allevamenti dei bovini da carne; in Italia malgrado il divieto, il fatto alimentare ha riportato una statistica che denuncia che nel 15% delle carni analizzate sono stati riscontrati ormoni. In pratica qualche allevatore fa il furbo.

7. METALLI PESANTI
Anche dopo la cottura, rimangono nella carne i metalli pesanti (come l’arsenico ed il rame) contenuti sia nelle droghe veterinarie somministrate agli animali, sia nei pesticidi con cui viene trattato il foraggio.
Secondo i risultati di un’indagine pubblicata nel 2010 dall’Office of Inspector General negli Stati Uniti, gli allevatori, al posto di buttare via il latte prodotto dalle mucche medicate con antibiotici od altro, lo danno da bere ai vitellini. Il risultato è che quando successivamente la carne dei vitelli viene venduta al pubblico, questa contiene i residui delle droghe presenti nel latte che era stato loro somministrato. Viene citato in particolare il caso della Templeton Feed & Grain and Darr Feedlots, che recentemente aveva messo in commercio mucche destinate al consumo umano il cui fegato era contaminato con l’antibiotico sulfamethazina.

8. MONOSSIDO DI CARBONIO
Perché la carne ha un colore così rosso ? Alcuni anni fa , le associazioni dei consumatori hanno cercato di fermare la pratica di "confezionamento in atmosfera modificata " ( MAP ) : esposizione di carne al monossido di carbonio per mantenere l’ aspetto fresco ma non hanno avuto successo . Oggi il 70 per cento delle confezioni di carne negli esercizi, sono trattati con monossido di carbonio per fari si che il colore rosso della carne ( ossimioglobina ) non si trasformi in un marrone o grigio ( metamioglobina ) attraverso l'esposizione all'ossigeno .

9. NITRITI E NITRATI
Sempre per mantenere a lungo il colore rosso della carne negli scaffali dei supermercati, vengono usati nitriti e nitrati.
NITRATI: di per sé sono innocui ma in particolari condizioni possono trasformarsi in nitriti (lunghi periodi di conservazione, calore, pH acido). Questa percentuale si aggira normalmente intorno al 20-30% e li rende molto meno pericolosi dei nitriti.
NITRITI: hanno la capacità di legarsi all'emoglobina (la proteina del sangue che trasporta l'ossigeno nel nostro organismo) trasformandola in metaemoglobina e riducendo di conseguenza il trasporto di ossigeno ai tessuti.
Questo aspetto è particolarmente pericoloso per i bambini ed i neonati che assorbono maggiori quantitativi di nitriti dall'alimentazione. La scarsa ossigenazione può, in questi casi, provocare asfissia e difficoltà respiratorie.
La capacità dei nitriti di combinarsi con le ammine (composti organici presenti soprattutto negli alimenti proteici, come carne e salumi) genera sostanze cancerogene chiamate nitrosamine.
Queste sostanze si formano già nella cavità orale per opera di alcuni enzimi salivari. Nello stomaco viene invece secreta la vitamina C (o acido ascorbico) che impedisce la trasformazione delle ammine in nitrosammine, generando però acido nitrico, un potente agente mutageno. Inoltre se da un lato la presenza di vitamina C impedisce questa reazione dall'altro l'ambiente acido dello stomaco la favorisce.


Fonte: NonSoloAnimali

domenica 18 maggio 2014

Aspartame: escremento di organismi geneticamente modificati ora vien chiamato Amino Sweet per ingannare i consumatori

Ormai lo sappiamo tutti che l’aspartame fa male. E allora sapete cosa fanno? Gli cambiano nome per prenderci per i fondelli: ora si chiama Amino Sweet, è sempre la solita porcheria, ma molti non lo sanno!
 
L’aspartame è un dolcificante artificiale utilizzato in moltissimi alimenti. Perchè non utilizzare lo zucchero? Perchè il potere dolcificante dell’aspartame è centinaia di volte maggiore rispetto allo zucchero tradizionale, il che consente alle aziende alimentari di risparmiare una quantità immane di denaro. Si inserisce aspartame per circa 1/200 del volume di zucchero che normalmente verrebbe utilizzato, e si ottiene lo stesso effetto.
Con il vantaggio inoltre che l’aspartame, utilizzato in quantità ridotte proprio per il suo estremo potere dolcificante, ha un valore calorico pressochè nullo rispetto alla quantità di zucchero che dovrebbe essere utilizzata per ottenere gli stessi effetti.
L’aspartame è attualmente utilizzato in oltre 6000 alimenti in tutto il mondo, incluse bevande, succhi di frutta, dolci, gomme da masticare, caffè e yogurt, oltre che nel rivestimento esterno di alcuni farmaci.
Il leader mondiale per la produzione di aspartame è la Ajinomoto, azienda giapponese presente in oltre 100 Paesi del mondo ed impiega quasi 25 mila persone. Non solo è specializzata nella produzione di aspartame, ma anche nella produzione di oli alimentari e farmaci.

sabato 17 maggio 2014

Il 97% delle volte, la chemioterapia non funziona ...

.. e continua ad essere utilizzata per una sola ragione!




I medici e le aziende farmaceutiche fanno una montagna di soldi con la chemioterapia. Questa è l’unica ragione per cui viene ancora usata la chemioterapia. Non perché è efficace, o perché riduce la morbilità, la mortalità o le aliquote tumorali specifiche. Invece, fa l’esatto contrario.

La chemioterapia aumenta la crescita del cancro e la mortalità a lungo termine. La maggior parte dei pazienti che si sottopongono alla chemioterapia, o muoiono o sono afflitti di nuovo dalla malattia, che si ripresenta entro 10-15 anni dal trattamento. Distrugge il sistema immunitario, aumenta il declino neuro-cognitivo, interrompe il funzionamento del sistema endocrino e provoca organo e metaboliche tossicità.

I pazienti, fondamentalmente, vivono in uno stato permanente di malattia fino alla loro morte.

L’industria del cancro emargina le cure sicure ed efficaci, promuovendo al contempo, i loro brevettati rimedi, tossici e costosi i cui rischi superano di gran lunga qualsiasi beneficio
Questo è quello che sanno fare meglio, e lo fanno perché si fanno i soldi, puro e semplice ...
cancer cell

La ragione di un tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni, è lo standard utilizzato per valutare i tassi di mortalità ed è riferito alla maggior parte dei malati di cancro, e si trova in discesa in questo periodo. È eccezionalmente avverso per le imprese, e l’industria del cancro questo lo sa.
Statistiche morte per cancro. Fonte: Bonadonna

Non avrebbero mai potuto mostrare al pubblico il vero tasso di fallimento statistico che è del 97%, nel trattamento metastatico dei tumori a lungo termine. Se facessero pubblicare le statistiche a lungo termine, per tutti i tumori amministrati con chemioterapia citotossica, tra cui il rapporto costo-efficacia, l’impatto sul sistema immunitario, la qualità della vita, morbilità e mortalità, sarebbe molto chiaro, al mondo, che la chemioterapia, in pratica, è un’enorme truffa.

Non è stato mai condotto uno studio, da ricercatori indipendenti, sulla storia della chemioterapia. Gli unici studi disponibili provengono dagli scienziati finanziati dalleistituzioni del settore e nessuno di loro, ha mai globalmente quantificato le variabili di cui sopra.

Perché? Perché la sanità è un industria ed una industria deve fare profitto, nient’altro che questo. Non ci sarà mai alcun profitto per loro, nello sradicare la malattia. Non vi è alcun organo di governo al mondo che tutela i consumatori dall’essere sottoposti a queste note terapie tossiche e cancerogene. È un business di proporzioni gigantesche e dev’essere trattato come tale.

I più potenti anti-cancro, come la cannabis, devono essere demonizzati e resi illegali perché sono efficaci nell’uccidere le cellule tumorali e senza effetti collaterali. I cannabinoidi sono così efficaci nel trattamento della malattia, che il governo degli Stati Uniti, nel 2003, li ha brevettati.

Il Brevetto N° US 6630507 B1, per esempio, è sui cannabinoidi come antiossidanti e neuroprotettivi: “I cannabinoidi si trovano ad avere particolare applicazione come neuroprotettivi, per esempio nel limitare il danno neurologico a seguito di insulti ischemici, come ictus o trauma, o per il trattamento di malattie neurologiche, come il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la demenza HIV.”

A Big Pharma sicuramente sanno che la Cannabis potrebbe curare il cancro:
http://jpet.aspetjournals.org/content/308/3/838.abstract
mct.aacrjournals.org/content/10/1/90.abstract
www.jneurosci.org/content/21/17/6475.abstract
http://www.nature.com/bjc/journal/v95/n2/abs/6603236a.html

Se la medicina ortodossa fosse davvero interessata a curare il cancro e guarire le persone, non credi che avrebbe cercato un modo per colpire le cellule tumorali con l’intento di ucciderle, risparmiando le cellule normali?
1 - La chemioterapia uccide molte più cellule normali che tumorali.
2 - Le cellule normali che sopravvivono, rimangono danneggiate e intossicate

Perché la chemioterapia sta uccidendo tante persone?

Perché il cianuro uccide? L’antrace? L’arsenico? Il Zyklon B? Sono tutti veleni. Iniettate abbastanza veleno nel vostro corpo e vedrete che alla fine, morirete.

Secondo le statistiche ufficiali, una persona su due ha affermato di essere guarita dal cancro usando i metodi convenzionali. Sebbene drammatica, l’informazione contiene comunque una certa quantità di speranza, come implicitamente, fornisce qualcosa di positivo per scienziati e pazienti.

Agli scienziati dice: continuate la ricerca perché sta producendo risultati; non provate strade teoriche o terapeutiche alternative di prevenzione, né scoraggiatevi per il fatto che i pazienti continuano a morire ogni giorno. Ai pazienti, invece, fornisce un avvertimento: si ha una probabilità del 50 per cento di farcela, solo però se si seguono i protocolli terapeutici convenzionali.

Perché una società dovrebbe avere interesse a scoprire la cura per il cancro, quando la non cura genera ben oltre $100 miliardi di dollari all’anno? Nel 2011, il cancro è stata la causa numero 1 di morte nel mondo occidentale e la 2° nei paesi in via di sviluppo.

Come la chemioterapia aumenta, in realtà, la crescita del cancro

Alcuni ricercatori hanno testato gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da uomini con cancro alla prostata ed hanno trovato, dopo il trattamento, “la prova del danno al DNA” nelle cellule sane, hanno scritto gli scienziati su Nature Medicine.

La chemioterapia agisce inibendo la riproduzione delle cellule in rapida divisione come quelle presenti nei tumori.

Gli scienziati hanno scoperto che le cellule sane, danneggiate dalla chemioterapia, secretino più di una proteina chiamata WNT16B, che addirittura aumenta la sopravvivenza della cellula tumorale.

Nel trattamento del cancro, i tumori spesso rispondono bene inizialmente, ma in seguito ad un ulteriore ricrescita, aumenta la resistenza alle ulteriori sedute di chemioterapia.

Tra i trattamenti, i tempi di riproduzione delle cellule tumorali, è stato dimostrato che acceleri. I ricercatori hanno detto che hanno confermato i risultati con i tumori al seno e quelli ovarici.

Medici che parlano apertamente dell’infame industria del cancro

Il Il Dr. Robert Atkins, dell’azienda farmaceutica Atkins, una volta ha annunciato che ci sono diverse cure per il cancro, ma non c’è denaro in loro. Sono naturali, efficaci e poco costose, senza farmaci costosi coinvolti, ma richiedono solo un bel po’ di autodisciplina da parte dei pazienti.

Secondo il dottor John Diamond, MD: “Uno studio su oltre 10.000 pazienti, mostra chiaramente che, i pazienti sottoposti a chemio, hanno 14 volte in più la probabilità di sviluppare la leucemia e 6 volte in più, la probabilità di sviluppare tumori delle ossa, delle articolazioni e dei tessuti molli, di quei pazienti che non sono stati sottoposti a chemioterapia”.

Il dottor Glenn Warner, che morì nel 2000, fu uno degli specialisti oncologi più altamente qualificati negli Stati Uniti. Ha usato trattamenti alternativi sui suoi pazienti affetti da tumore con grande successo. Sul trattamento del cancro, ha detto: “Abbiamo un’industria multi-miliardaria che sta uccidendo la gente, a destra e a sinistra, solo a scopo di lucro. La loro idea di ricerca è quella di vedere se due dosi di questo veleno sono meglio di tre dosi di tale veleno“.

Il Dr. Alan C. Nixon, ex presidente della American Chemical Society scrive: “Come può, un chimico addestrato per interpretare i dati, non vedere la verità. È incomprensibile per me che i medici possano ignorare la chiara evidenza che la chemioterapia fa molto, molto più male che bene”. E secondo il dott. Charles Mathe, specialista di cancro francese: “ … se avessi il cancro, non andrei mai in un centro per il trattamento standard del cancro. Solo le vittime del cancro che vivono lontane da tali centri, hanno una possibilità”.

Il dottor Allen Levin ha dichiarato: “La maggior parte dei pazienti oncologici muoiono di chemioterapia. La chemioterapia non elimina i tumori al seno, al colon o ai polmoni. Questo fatto è stato documentato da oltre un decennio, ma i medici utilizzano ancora la chemioterapia per questi tumori“.