venerdì 17 ottobre 2014

ARGENTINA – Accampati da un anno contro Monsanto e nessuno ne parla


ARGENTINA - Accampati da un anno contro Monsanto e nessuno ne parla
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E’ GIA’ TRASCORSO UN ANNO DA QUANDO I CITTADINI DI UN MINUSCOLO CENTRO DELLA PREOVINCIA ARGENTINA di Córdoba hanno piantato le tende di fronte al gigantesco cantiere e sono riusciti a fermare il megaprogetto della più temibile e criminale impresa dell’agro-business. Con l’argilla hanno costruito un riparo da usare come cucina e accanto alla strada hanno coltivato un orto per la comunità. Raúl Zibechi torna ad analizzare i punti chiave della straordinaria e vittoriosa resistenza di Malvinas Argentinas contro Monsanto: hanno imparato a far politica senza essere dei politici. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Qualche settimana fa, l’Asamblea Malvinas Argentinas Lucha por la Vida (l’Assemblea Malvinas Argentinas Lotta per la Vita) ha festeggiato un anno dalla creazione del presidio che ha permesso di paralizzare la più grande opera che la multinazionale sta portando avanti a livello mondiale. Un piccolo gruppo di abitanti di questo piccolo centro situato a 14 chilometri da Córdoba ha iniziato a mobilitarsi due anni fa quando la presidenta (Cristina Fernández, ndt) ha annunciato alla televisione nazionale che Monsanto avrebbe fatto investimenti per installare un impianto di sementi di mais transgenico che comprende 240 silos e l’utilizzo di milioni di litri di agrotossici.
MONSANTO-ARGENTINA 

GLI ABITANTI HANNO OTTENUTO IL BLOCCO DEL PROGETTO CAUSANDO LA PRIMA GRANDE SCONFITTA DELLA MULTINAZIONALE IN ARGENTINA uno dei centri fondamentali per la sua attività nella regione sudamericana. Conoscere più da vicino questa importante esperienza di organizzazione e di resistenza può permettere di capire i motivi del suo successo nei confronti di una delle imprese più potenti del mondo. Il primo insegnamento è che un piccolo gruppo di persone può cambiare la storia se è capace di radicarsi in un territorio e trasformarlo in luogo di resistenza. I protagonisti di questa lotta hanno scelto di accamparsi di fronte al cantiere della Monsanto. Il punto di svolta è stato il festival Primavera senza Monsanto, nel settembre 2013, culminato con l’insediamento del presidio. L’installazione dell’accampamento è stata un’azione a sorpresa, non l’hanno annunciata prima proprio per evitare che la polizia lo impedisse. Per un anno hanno affrontato il freddo e la pioggia, senz’acqua e senza luce, dormendo nelle tende da campeggio; il loro sostentamento è stato reso possibile dalla solidarietà e dalla volontà degli attivisti. Si sono stesi a terra per impedire l’accesso ai camion che trasportavano materiali da costruzione con il loro stesso corpo, hanno affrontato la repressione da parte della polizia, gli attacchi di gruppi appartenenti al sindacato delle costruzioni e la pressione dei poteri pubblici. Con l’argilla hanno costruito ripari da utilizzare come cucina, deposito e luogo per tenere riunioni e assemblee. Accanto alla strada hanno coltivato un orto per provvedere al cibo della comunità. La coesione e la risolutezza che sostiene il presidio ha consentito che si trasformasse in una comunità di vita.

Esther Quispe
Esther Quispe

IL SECONDO INSEGNAMENTO sono l’eterogeneità e l’orizzontalità. Esther Quispe, nipote di boliviani, madre e nonna, sottolinea che “prima di dar vita all’assemblea, non avevamo mai partecipato a nulla”, fatta eccezione per due studenti universitari del quartiere (della città di Córdoba, ndt) che “non hanno sprecato la loro umanità dentro le aule”. Fondamentale, però, è stata la possibilità di coordinarsi con attivisti provenienti dall’università o dai partiti, “questo ci ha permesso di imparare parole nuove come capitalismo e organismi geneticamente modificati”. Una costante che si può riscontrare in tutti i movimenti popolari è la confluenza di settori popolari e di attivisti che si sono formati in altri contesti. A Malvinas Argentinas –riflette Esther- il livello di istruzione è molto basso, pertanto il relazionarsi con attivisti con una formazione politica e teorica, ha aiutato la popolazione ad acquisire una visione più ampia. Dice che “la gente del presidio ha trovato la chiave di volta per comprendere quel che stava capitando”, nella reciprocità dei saperi diversi. Una parte di questa eterogeneità è stata la convergenza con altre esperienze di lotta. Le Madri di Ituzaingó, che avevano ottenuto un’importante vittoria lo stesso giorno dell’annuncio dell’investimento della Monsanto, costituiscono un supporto e un punto di riferimento poiché, in un altro quartiere di Córdoba, sono state le prime a mobilitarsi contro le fumigazioni. Grazie a Nora Cortiñas, la gente del presidio ha conosciuto le Madres de Plaza de Mayo, e poi il Premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel, gli scienziati impegnati nella lotta Andrés Carrasco e Raúl Montenegro, insignito del premio Nobel alternativo.

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NEI 12 MESI DELL’ACCAMPAMENTO “abbiamo imparato ad ascoltare l’altro, a mangiare assieme. Io ho appreso che ci sono vegani e vegetariani, abbiamo imparato a discutere tra noi”, assicura Esther. Il passo successivo è che “abbiamo imparato a far politica senza essere dei politici”. L’eterogeneità e il sentirsi tutti uguali hanno creato uno spazio-tempo di auto-educazione collettiva, senza dirigenti né diretti, senza divisione del lavoro tra le persone che comandano e quelle che eseguono. Esther evidenzia anche la terza questione “Se abbandoniamo la strada, le lotte finiscono”. L’azione diretta è insostituibile quanto l’essere disposti a mettere in gioco il proprio corpo. Ci sono le grandi manifestazioni di 5 mila persone, in un centro di 15 mila abitanti, ma ci sono anche le azioni quasi individuali come sdraiarsi a terra di fronte a decine di camion. La potenza non sta nella quantità ma nella decisione di mettersi in gioco. È questa scelta che ha portato nell’accampamento decine di giovani, “gli hippies” come ora li chiamano, che negli ultimi mesi stanno dando il loro appoggio al presidio. I cittadini hanno imparato a convivere anche con loro e, soprattutto, a superare le diffidenze. A Córdoba, alla fine del 2013, in seguito allo sciopero della polizia, è divampato un clima di terrore. Hanno chiamato “gli hippies” perché li aiutassero a proteggere le case e i piccoli negozi e lì – nel mezzo della crisi – il loro sguardo su quei giovani diversi è cambiato. (MU, agosto 2014).
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INFINE UN ASPETTO IPORTANTE LA CREATIVITA’. Non possiamo vincere seguendo i percorsi consueti. Non si può convincere senza creare cose nuove capaci di esprimere la potenza che si sprigiona dalle azioni di resistenza. I componenti dell’assemblea hanno imparato concetti scientifici, hanno raccolto informazioni da diffondere nel quartiere e, assieme ad un laboratorio di analisi e alla cattedra di tossicologia dell’Università di Buenos Aires, hanno effettuato prelievi di sangue agli abitanti del posto. Queste analisi hanno dimostrato che 7 persone su 10 presentano nel sangue sostanze agro-chimiche, come l’Aldrin e il Dieldrin, che sono proibite in buona parte del mondo. Persone addette alle comunicazioni e collettivi di giovani hanno creato il sito web Ecos Córdoba che pubblica articoli, foto e video sulla resistenza contro la Monsanto con l’intento di “dar visibilità alle implicazioni e alle conseguenze del modello estrattivista”. Il sito contribuisce al coordinamento delle lotte nella provincia. C’è molto altro. Si potrebbe parlare del ruolo fondamentale delle donne, però quello ormai è quasi un luogo comune. Per il momento, vale la pena di insistere sul fatto che un piccolo gruppo di persone, unite nell’azione, è in grado sia di sconfiggere multinazionali e Stati, sia di scuotere dall’inerzia buona parte della popolazione.

>Fonte<
Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org

PREMIATO CAVALIERE BRITANNICO – Bono degli U2 al servizio degli OGM

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VOGLIO RICHIAMARE L’ATTENZIONE CIRCA LA NUOVA ALLEANZA PER LA SICUREZZA ALIMENTARE e la nutrizione discussa alla riunione del G8 dello scorso anno. L’alleanza sta spingendo i paesi africani a stipulare accordi che consentono alle aziende straniere di “afferrare” la loro terra, brevettano i loro semi e monopolizzano i mercati alimentari interni ed esterni dell’agricoltura. Ignorando le voci del proprio popolo, sei governi africani hanno fatto affari con aziende come Monsanto, Cargill, Dupont, Syngenta, Nestlé e Unilever, in cambio di promesse di aiuto da parte del Regno Unito e di altri paesi del G8. Una vasta gamma di attivisti, sia africani che europei, hanno manifestato rumorosamente contro la Nuova Alleanza, nonostante il silenzio dei Media internazionali.

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COSA C’ENTRA BONO CON QUESTA STORIA?

 Bono è noto, in un modo o nell’altro per i suoi impegni umanitari da alcuni aspramente criticati dipingendoli come progetti di un commerciante occidentale interessato a far soldi.La campagna ONE, co-fondata da Bono , si è molto preoccupata di difendere la Nuova Allenza. Dal sito ufficiale leggiamo che Bono ha lodato la “nuova alleanza” del presidente Obama per promuovere la crescita agricola in Africa, affermando: “Se le parole del suo discorso si trasformano in azioni coraggiose, la collaborazione con il mondo in via di sviluppo e il settore privato, fa di oggi un grande momento”. La prima cosa che ho scoperto è che Bono ha anche elogiato la Nuova Alleanza, in un discorso poco prima del G8 dello scorso anno negli Stati Uniti . La seconda cosa è che gran parte del finanziamento della campagna ONE è stato fornito dalla Fondazione Bill e Melinda Gates Foundation,( potete trovare la lista sul sito ufficiale qui) . Il Buon vecchio “filantropo” Bill Gates, e credo sia davvero inutile descrivere i suoi rapporti con la super “elite” e il suo notevole supporto per i pieni mondialisti di controllo multi livello.La sua fondazione ha lavorato, a sua volta , con la società biotech Monsanto e Cargill, e ha una grande

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BONO E BILL GATES PARTECIPAZIONE PER LA MONSANTO

 Continua tra l’altro anche la sua missione di aiutare l’Africa attraverso l’implementazione di vaccini.Re Microsoft” Bill Gates, eugenetico confesso , amante dei vaccini come ottimo “tool” per una terapeutica riduzione della popolazione, è anche fondatore della Bill e Melinda Gate, fondazione che esporta vaccini al Terzo Mondo.  Per questi ed altri motivi Bono è molto criticato circa il suo approccio verso l’Africa definito da molti “un mix di liscio tradizionale missionario e commerciale colonialismo, in cui il povero mondo esiste come un compito per il mondo ricco per completare”.Di certo in comune con Bill Gates hanno un’onorificenza importante, concessa solo a fedeli servitori del Regno Unito: Cavaliere Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico.Bill Gates nel 2005 e Bono due anni dopo, nel 2007, il medesimo grado.Ecco qui una simpatica foto di Bono che mostra la medaglia della classe di Comandante, mostrando un’occhio e ricordando con il gesto della “V” il caro amato Churchill.Bono, oneri Browne, è diventato “il volto premuroso della tecnocrazia globale”, che, chissa’ con quale tipo di mandato, ha assunto il ruolo di portavoce per l’Africa, poi ha utilizzato quel ruolo per fornire “copertura umanitaria” ai leader occidentali.

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COMPAGNO DI MERENDE ANCHE AL GORE promote del Global Warming poi smentito da migliaia di scienziati con prove alla mano:La campagna ONE mi sembra il tipo di organizzazione che sostiene di lavorare per conto delle persone estremamente povere. Ma il suo team è composto in gran parte da multimilionari, ricchi industriali e rappresentanti degli Stati Uniti.Ci sono persone come Condoleezza Rice, consigliere di George W. Bush per la sicurezza nazionale e segretario di stato, che ha aggressivamente promosso la guerra in Iraq, autorizzando la CIA ad utilizzare tecniche di tortura e intimidire le nazioni più deboli costringendole a supportare gli obiettivi degli Stati Uniti.Se, come fa ONE, un’organizzazione continua a dirti che la sua è una “campagna dal basso”, è molto probabile che non lo sia affatto. Questa collaborazione tra multimilionari e tecnocrati a me sembra molto più simile a un connubio tra Stati Uniti e interessi delle multinazionali.

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org