lunedì 19 novembre 2012
giovedì 1 novembre 2012
Figlio di Di Bella: "Dati sull'efficacia del metodo vengono censurati". Perchè? Veronesi non ha certificato che funziona?
Dopo un lungo periodo nel quale si è discusso sull'efficacia o meno del metodo Di Bella avevo trovato un articolo dal titolo "Veronesi si arrende a Di Bella: somatostatina efficace contro il cancro" nel quale si riporta che "L'università di Firenze e Umberto Veronesi con L'Istituto Europeo di Oncologia (LEO) arrivano finalmente a dare dignità scientifica al metodo Di Bella". Il problema però è che i dati relativi all'efficacia sono ancora tenuti nascosti come ha dichiarato anche il figlio del Dott. Di Bella (scomparso nel 2003) in seguito alla notizia che riguarda la storia della 43enne modenese Roberta Tagliani, che in 79 giorni ha visto sparire tre tumori con la cura Di Bella.Perchè i risultati degli studi sul metodo Di Bella non vengono pubblicati? Ci sono ancora dubbi sulla sua reale efficacia?
Fonte: virgilio.it
La chemioterapia potrebbe favorire lo sviluppo del cancro
La chemioterapia potrebbe facilitare la crescita del cancro, a riferire la notizia è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature.

Il trattamento chemioterapico è una delle soluzioni più utilizzate per contrastare la crescita del cancro ma, secondo i ricercatori statunitensi del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, potrebbe influire sulle cellule sane, come quelle che si trovano in prossimità del tumore alla prostata o quello delle ovaie o del seno, stimolando la produzione di una proteina in grado di favorire lo sviluppo del cancro.
Inoltre, secondo Peter Nelson che ha coordinato il team di ricercatori, la chemioterapia potrebbe rendere più resistenti le cellule tumorali ai successivi trattamenti.
Nelson ha spiegato che l'attività della proteina incriminata e denominata WNT16B, che influenza le cellule tumorali più vicine "facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali era del tutto inattesa".
La notizia è certamente una tegola in testa alla lotta contro il cancro. L'inattesa scoperta di fatto conferma altri studi che riferivano come alcuni tipi di tumori rispondessero positivamente al primo ciclo di chemioterapia, per poi sviluppare una resistenza ai successivi.
I ricercatori sono comunque già a caccia di soluzioni. Sulla base dei dati, le cellule benigne danneggiate dalla chemio rinvigoriscono la crescita del cancro, ma si potrebbe individuare una soluzione per inibire l'azione della proteina come "un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemioterapia, che potrebbe migliorane la risposa uccidendo più cellule tumorali".
L'altra possibilità suggerita dagli studiosi potrebbe essere quella di abbassare la dose della chemioterapia.
Fonte: http://www.vitadidonna.it
martedì 30 ottobre 2012
[FILM COMPLETO] CENSURATO DA TUTTE LE TV ITALIANE!
Titolo: Zeitgeist Moving Forward
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Zoomarine 100 delfini uccisi: http://bit.ly/NqXfif
Signoraggio bancario: http://dai.ly/NexiWu
4.100 bambini morti ogni giorno: http://dai.ly/KOELJm
Polli vengono coltivati: http://dai.ly/LzdzhW
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venerdì 19 ottobre 2012
Non sai come la polizia postale ti spia su Facebook e Co. ?

Senza dirlo a nessuno il ministero degli Interni italiano ha ottenuto dai vertici di Facebook le chiavi per entrare nei profili degli utenti anche senza mandato della magistratura. Una violazione della privacy che farà molto discutere
Negli Stati Uniti, tra mille polemiche, è allo studio un disegno di legge che, se sarà approvato dal Congresso, permetterà alle agenzie investigative federali di irrompere senza mandato nelle piattaforme tecnologiche tipo Facebook e acquisire tutti i loro dati riservati.
In Italia senza clamore, lo hanno già fatto. I dirigenti della Polizia postale due settimane fa si sono recati a Palo Alto, in California, e hanno strappato, primi in Europa, un patto di collaborazione che prevede la possibilità di attivare una serie infinita di controlli sulle pagine del social network senza dover presentare una richiesta della magistratura e attendere i tempi necessari per una rogatoria internazionale.
Questo perchè, spiegano alla Polizia Postale, la tempestività di intervento è fondamentale per reprimere certi reati che proprio per la velocità di diffusione su Internet evolvono in tempo reale.
Una corsia preferenziale, insomma, che potranno percorrere i detective digitali italiani impegnati soprattutto nella lotta alla pedopornografia, al phishing e alle truffe telematiche, ma anche per evitare inconvenienti ai personaggi pubblici i cui profili vengono creati a loro insaputa. Intenti forse condivisibili, ma che di fatto consegnano alle forze dell’ordine il passepartout per aprire le porte delle nostre case virtuali senza che sia necessaria l’autorizzazione di un pubblico ministero. In concreto, i 400 agenti della Direzione investigativa della Polizia postale e delle comunicazioni potranno sbirciare e registrare i quasi 17 milioni di profili italiani di Facebook.
Ma siamo certi che tutto ciò avverrà nel rispetto della nostra privacy? In realtà, ormai da un paio d’anni, gli sceriffi italiani cavalcano sulle praterie di bit. Polizia, Carabinieri, Guardia di finanza e persino i vigili urbani scandagliano le comunità di Internet per ricavare informazioni sensibili, ricostruire la loro rete di relazioni, confermare o smentire alibi e incriminare gli autori di reati. Sempre più persone conducono in Rete una vita parallela e questo spiega perchè alle indagini tradizionali da tempo si affianchino pedinamenti virtuali. Con la differenza che proprio per l’enorme potenzialità del Web e per la facilità con cui si viola la riservatezza altrui è molto facile finire nel mirino dei cybercop: non è necessario macchiarsi di reati ma basta aver concesso l’amicizia a qualcuno che graviti in ambienti “interessanti” per le forze dell’ordine.
A Milano, per esempio, una sezione della Polizia locale voluta dal vicesindaco Riccardo De Corato sguinzaglia i suoi “ghisa” nei gruppi di writer, allo scopo di infiltrarsi nelle loro community e individuare le firme dei graffiti metropolitani per risalire agli autori e denunciarli per imbrattamento. Le bande di adolescenti cinesi che, tra Lombardia e Piemonte, terrorizzano i connazionali con le estorsioni, sono continuamente monitorate dagli interpreti della polizia che si insinuano in Qq, la più diffusa chat della comunità. Anche le gang sudamericane, protagoniste in passato di regolamenti di conti a Genova e Milano, vengono sorvegliate dalle forze dell’ordine.
E le lavagne degli uffici delle Squadre mobili sono ricoperte di foto scaricate da Facebook, dove i capi delle pandillas che si fanno chiamare Latin King, Forever o Ms18 sono stati taggati insieme ad altri ragazzi sudamericani, permettendo cosi agli agenti di conoscere il loro organigramma. Veri esperti nel monitoraggio del Web sono ormai gli investigatori delle Digos, che hanno smesso di farsi crescere la barba per gironzolare intorno ai centri sociali o di rasarsi i capelli per frequentare le curve degli stadi. Molto più semplice penetrare nei gruppi considerati a rischio con un clic del mouse. Quanto ai Carabinieri, ogni reparto operativo autorizza i propri militari, dal grado di maresciallo in su, ad accedere a qualunque sito internet per indagini sotto copertura, soprattutto nel mondo dello spaccio tra giovanissimi che utilizzano le chat per fissare gli scambi di droga o ordinare le dosi da ricevere negli istituti scolastici.
Mentre, per prevenire eventuali problemi durante i rave, alle compagnie dei Carabinieri di provincia è stato chiesto di iscriversi al sito di social networking Netlog, dove gli appassionati di musica tecno si danno appuntamento per i raduni convocando fans da tutta Europa. A caccia di raver ci sono anche i venti compartimenti della Polizia postale e delle comunicazioni, localizzati in tutti i capoluoghi di regione e 76 sezioni dislocate in provincia.
«Il nostro obiettivo è quello di prevenire i rave party prima che abbiano inizio», spiegano, «e per questo ci inseriamo nelle comunicazioni tra organizzatori e partecipanti, nei social network, nei forum e nei biog». Così può capitare che anche chi ha semplicemente partecipato ad una chat per commentare un gruppo musicale finisca per essere radiografato a sua insaputa.
In teoria queste attività sono coordinate dalle procure che conducono le indagini su singoli fatti o su fenomeni più ampi. I responsabili dei social network non ci tengono a farlo sapere e parlano di una generica offerta di collaborazione con le forze dell’ordine per impedire che le loro piattaforme favoriscano alcuni delitti. Un investigatore milanese rivela a “L’espresso” che, grazie alle autorizzazioni della magistratura, da tempo ottiene dai responsabili di Facebook Italia di visualizzare centinaia di profili riservati di altrettanti utenti, riuscendo persino ad avere accesso ai contenuti delle chat andando indietro nel tempo fino ad un anno. Chi crede di aver impostato le funzioni di riservatezza in modo da non permettere a nessuno di vedere le foto, i post e gli scambi di messaggi con altri amici, in realtà, se nel suo gruppo c’e un sospetto, viene messo a nudo e di queste intrusioni non verrà mai a conoscenza.
E non sempre l’autorità giudiziaria viene messa al corrente delle modalità con cui vengono condotte alcune indagini telematiche. Un ufficiale dei Carabinieri, che chiede di rimanere anonimo, ammette che certe violazioni della legge sulla riservatezza delle comunicazioni vengono praticate con disinvoltura: «Talvolta», spiega l’ufficiale. «creiamo una falsa identità femminile su Fb, su Msn o su altre chat, inseriamo nel profilo la foto di un carabiniere donna, meglio se giovane e carina, e lanciamo l’esca. II nostro carabiniere virtuale tenta un approccio con la persona su cui vogliamo raccogliere informazioni, magari complimentandosi per un tatuaggio. E in men che non si dica facciamo parte del suo gruppo, riuscendo a diventare “amici” di tutti i soggetti che ci interessano». Di tutta questa attività, spiega ancora l’ufficiale, «non sempre facciamo un resoconto alla procura e nei verbali ci limitiamo a citare una fantomatica fonte confidenziale». Da oggi, in virtù dell’accordo di collaborazione con Mark Zuckerberg siglato dalla Polizia, chi conduce queste indagini potrà fare a meno di avvisare un magistrato perchè «la fantasia investigativa può spaziare», prevede un funzionario della Polposta, «e le osservazioni virtuali potranno essere impiegate anche in indagini preventive».
Fonte: Wall Street Italia
postato da antiUsrael su
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=53018#top
giovedì 18 ottobre 2012
NWO: I Rothschild mettono le mani sul petrolio del Sud Sudan
Ciò che è stata la più lunga guerra civile dell’Africa, alla fine terminò quando il presidente sudanese Omar Hassan al-Bashir, sotto pressione, cedette la parte meridionale del suo paese ai vampiri bancari del FMI/Banca Mondiale, dopo un conflitto che ha lasciato più di 2 milioni di morti. Pochi giorni dopo essersi dichiarata nazione sovrana, la società petrolifera statale del Sud Sudan, la Nilepet, costituiva una joint venture con la Glencore International Plc., per commercializzare il suo petrolio. Glencore è controllata dai Rothschild. La joint venture sarà la PetroNile, con il 51 per cento controllato da Nilepet e il 49 per cento dalla Glencore.
Il nuovo presidente del Sud Sudan, Salva Kiir Mayardit, ha firmato una legge che istituisce formalmente la Banca Centrale del Sud Sudan. Il Sudan è uno dei cinque paesi – insieme a Cuba, Corea del Nord, Siria e Iran – la cui banca centrale non è sotto il controllo del cartello delle otto famiglie di banchieri guidate dai Rothschild. Non è dunque un caso che la moneta di questo nuovo feudo petrolifero dei Rothschild, si chiami sterlina del Sud Sudan. Già nel 1993 il presidente sudanese al-Bashir aveva accusato l’Arabia Saudita di fornire armi all’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA) di Johnny Garang. Il Mossad israeliano ha anch’esso rifornito lo SPLA per anni attraverso il Kenya, con l’approvazione della CIA.
Nel 1996 l’amministrazione Clinton annunciava che l’aiuto militare a Etiopia, Eritrea e Uganda doveva essere utilizzato per aiutare l’SPLA per un’offensiva contro Khartoum. Quando questo sforzo sanguinoso fallì, gli scagnozzi delle otto famiglie iniziarono ad armare i ribelli in Ciad. Il Ciad è stato a lungo un paese importante per gli schemi produttivi in Nord Africa dell’Exxon-Mobil e della Chevron-Texaco. Il presidente del Ciad, Idriss Deby, che salì al potere nel 1991, era condiscendente con Big Oil. Fu anche classificato 16.mo nella lista dei peggiori dittatori del mondo, nel 2009, sulla rivista Parade.
I ribelli in Ciad avevano due obiettivi. Gli ufficiali pagatori della casa dei Saud della CIA, fornirono il supporto al Fronte Nazionale per la Salvezza (NFS), che aveva tentato di rovesciare il Presidente libico Muammar Gheddafi. Nel 1990, a seguito del successo del contro-colpo di stato supportato dai libici contro il governo del Ciad che sponsorizzava la NFS, gli Stati Uniti evacuarono 350 capi del NFS con il finanziamento saudita. Gli Stati Uniti consegnarono 5 milioni di dollari in aiuti al governo dittatoriale del Kenya di Daniel Arap Moi, in modo che il Kenya ospitasse i leader del NFS, che gli altri governi africani si rifiutarono di accogliere. Arap Moi poi figurò nelle operazioni segrete della CIA in Somalia, dove i sauditi avevano finanziato anche la controinsurrezione. Le agenzie di intelligence occidentali poi utilizzarono il governo del Ciad per finanziare il Movimento Giustizia e Uguaglianza (JEM). Dalle basi in Ciad, questi terroristi lanciavano incursioni nella regione sudanese del Darfur, creando la grave crisi dei rifugiati, durante l’apertura del secondo fronte settentrionale della guerra condotta contro il Sudan sul fianco meridionale, dall’SPLA di Big Oil.
I media occidentali, ovviamente, accusarono del conflitto in Darfur soltanto il governo sudanese e l’idiocrazia liberale seguì presa per il suo stupido naso, come in Jugoslavia. Nel marzo 2009 il tribunale farsa preferito dalle otto famiglie, la Corte penale internazionale (CPI), accusò il presidente sudanese al-Bashir di crimini di guerra. Non vi fu alcuna menzione del JEM nelle accuse del CPI. Nell’agosto 2006, il presidente del Ciad Deby aveva fatto una svolta a sinistra, chiedendo che il Ciad ottenesse la quota del 60% della sua produzione petrolifera nazionale, dopo aver ricevuto per decenni solo le “briciole” dalle società straniere che gestivano il settore. Aveva accusato Chevron e Petronas di rifiuarsi di pagare le tasse, per un totale di 486,2 milioni dollari.
Nel 2008, il presidente sudanese al-Bashir partecipò all’inaugurazione della rielezione di Déby, segnalando la ripresa delle relazioni che posero fine al conflitto nel Darfur. Con al-Bashir ancora seduto in cima a enormi giacimenti di petrolio, le otto famiglie idearono il piano per la secessione del Sud Sudan dal Sudan. Estenuato dai continui attacchi al suo popolo, che avevano lasciato due milioni di morti, al-Bashir è stato costretto all’accordo sulla divisione. Con le violenze che già esplodono nel Sud Kordofan, controllato dal Sudan e ricco di petrolio, sembra che l’SPLA e il suo sponsor Glencore/Rothschild non si accontentino di aver rubato la maggior parte dei giacimenti petroliferi del Sudan. I vampiri li vogliono tutti.
di Dean Henderson
Fonte: aurorasito
domenica 14 ottobre 2012
Pierre, ragazzo autistico trattato da spacciatore
La notizia giunge da Repubblica, dove potrete trovare anche il video con intervista al medico curante di Pierre dove sostiene che il ragazzo sia stato trattato come uno spacciatore e addirittura gli siano state fatte radiografie all’addome per cercare ovuli contenenti sostanze stupefacenti.
L’unica colpa di Pierre è di essersi allontanato per andare in bagno, dopo mezz’ora Giovanna, la mamma, si preoccupa chiama Valentin il padre, con il quale ha 4 figli e vivono tutti insieme in Italia da oltre 30 anni.
Valentin preoccupato chiama il 113 e scopre che Peirre è in ospedale e sul referto l’agghiacciante scoperta:
“ Dall’anamnesi soffre di autismo, avvisati i genitori” e inoltre: “”Il medico del 118 e i poliziotti mi pongono il problema di ingestione di ovuli????“ ma questo non è tutto, la madre dice di averlo trovato con un ago in un braccio e che il giorno dopo aveva reazione allergica ai farmaci! E il medico, dott. Montinari dichiara: “Rischiamo di buttare tutto il lavoro fatto in anni di terapie, Pierre potrebbe non recuperare più. Si fida di pochissime persone, io lo visitavo senza camice per non spaventarlo. Questi ragazzi hanno il terrore dei camici bianchi. È stato narcotizzato senza alcuna autorizzazione. È aberrante. Hanno sospettato di lui perché non sa comunicare o forse solo perché ha la pelle nera? E i farmaci che hanno usato sono controindicati, perché Pierre è come tutti gli autistici un paziente fortemente allergico”
La famiglia è pronta a sporgere denuncia perchè sostiene che sia impossibile scambiare Pierre con uno spacciatore.
In una dichiarazione al tg3 di poco fa il medico sostiene che il ragazzo possa essere diventato autistico grazie alle vaccinazioni.
Ricordiamo a tutti di andare nella sezione del sito dedicata alla Salute e Medicina per trovare molte informazioni sull’autismo provocato dalle vaccinazioni!
Cosa sta succedendo nel nostro paese?
Possibile che non ci rendiamo conto di quanto stia diventando pericoloso avere a che fare con le forza dell’ordine che non sono più preparate in maniera seria dallo Stato ma sono solo degli individui, spesso ignoranti, che sono pronti solo ad obbedire agli ordini?
Possibile che ci stiano davvero preparando all’arrivo di una nuova polizia europea pronta a deportare e rinchiudere chiunque grazie solo ad un piccolo sospetto visivo?
Possibile che le istituzioni, i partiti, i giudici, insomma tutto il sistema continuino a permettere che queste cose accadano senza che nessuno venga punito?

Fonte: http://www.losai.eu
giovedì 11 ottobre 2012
Lo "sterminio" dei Militari Italiani avvelenati da vaccini mortali e Uranio Impoverito

Il quotidiano La Repubblica sta seguendo il caso in discussione in questi giorni nella Commissione uranio impoverito. La storia è quella di migliaia di militari che si sono ammalati e sono morti in seguito a qualche pratica militare. Non si sa se la causa principale sia l'esposizione all'uranio impoverito, ma è certo che in molti riconoscono un fattore essenziale "nella lunga serie di vaccinazioni" fatte in soli 28 giorni.
INCRIMINAZIONE PER DISOBBEDIENZA - Ma attenzione: se sei militare a queste vaccinazioni non puoi opporti o rischi di essere incriminato per insubordinazione come è accaduto a Luigi Sanna, ex maresciallo dell'areonautica. La moglie, avvocato, spiega alla giornalista Vittoria Iacovella che il marito ha solo chiesto in forma scritta "perché si dovesse fare quelle vaccinazioni" e "se non fosse pericoloso", dato che erano tutti a distanza ravvicinata.
Non ha ricevuto risposta così ha reiterato la domanda affermando di non volersi vaccinare sebbene le vaccinazioni fossero imposte dall'esercito. Prima doveva ricevere le informazioni richieste. L'unica risposta ricevuta al secondo tentativo è stata: "Non abbiamo ragione di ritenere che non siano pericolosi". L'ex maresciallo è stato comunque obbligato a vaccinarsi ed ora rischia oltre un anno di carcere per non aver ottemperato agli ordini. Quindi è un ordine? Pare di si, ma dicono di no. L'esercito infatti da la possibilità di scegliere: o il vaccino, o il posto di lavoro.
MORIRE DI CANCRO - Del resto l'ex maresciallo Luigi Sanna si è ammalato di cancro proprio come altri militari, alcuni in vita, altri già morti. Come Francesco Randelli, morto di cancro nel 2008. Aveva partecipato ad una "spedizione a Porto Marghera" dove ha avuto l'occasione di respirare un pò di diossina dopo una serie di vaccinazioni obbligatorie e imposte dall'esercito. In seguito alla sua morte, il padre ha cominciato a raccogliere le prove dello "sterminio", come lui stesso lo definisce.
Ed è lo stesso padre di questo giovane militare morto a soli 26 anni a fare un'accusa fortissima: "ci sono liste nascoste che non vogliono mostrarci". Sarebbero infatti 3500 i militari monitorati e circa 200 quelli morti a causa di uranio impoverito.
Lo stesso esercito che impone le vaccinazioni quindi, monitora chi ne ha avuto danni come se questi ragazzi fossero topi da laboratorio. Lo stesso Sig. Randelli afferma poi che il famoso documento dove "ti fanno scegliere" è in realtà un'imposizione bella e buona: ti fanno scegliere davvero se farti vaccinare o meno, ma se dici di no vieni processato e perdi il lavoro.
IL PROGETTO SIGNUM - E' lo stesso Randelli poi a parlare del Progetto Signum. Grazie all'indagine sugli effetti dell'uranio impoverito sui militari andati in Iraq si è scoperto che la presenza di questo è quasi impercettibile mentre solo "cinque vaccinazioni a volte si sviluppavano ossidazioni cellulari che portavano a tumori Signum era un progetto grande, coinvolgeva quattro università, stava arrivando a conclusioni scientificamente importanti ma ad un tratto, di punto in bianco è stato accantonato. Forse questo studio ha fatto paura a qualcuno e si è fatto in modo che non andasse oltre. Così noi parenti delle vittime ci ritroviamo a tirare pugni nel buio. Io sono stanco, stanco anche di rabbia e rancore. Mio padre, il nonno alpino che ispirò mio figlio, ha fatto nove anni di guerra, ha creduto in questa Repubblica, e ora io da questa voglio risposte".
I POLITICI COMMOSSI - Ed è alla terza audizione che si hanno i colpi di scena, quella in cui si presenta a conferire mediante video conferenza Erasmo Savino, di Nola (NA), ex caporal maggiore di soli 31 anni che improvvisamente si è ritrovato un cancro al dito del piede. In breve tempo il cancro ha metastatizzato anche nei polmoni. Chemioterapie e terapie di vario tipo hanno aiutato a tenere la testa alta dinanzi al cancro che non perdona. Erasmo Savino afferma al cospetto dei Parlamentari commossi: "forse sono arrivato al termine della mia vita, ma sono stato abbandonato dallo Stato".
Il silenzio del Ministero della Difesa su questa vicenda è inaccettabile, per questo alcuni parenti di militari e lo stesso padre di Randelli hanno aperto una causa penale. Ma per Erasmo il risarcimento non ci sarà perché non gli è stato riconosciuto lo status di "vittima del dovere". Quando si dice che le parole hanno il loro peso burocratico!
L'85% dei militari ammalati non è mai stato all'estero. Basta infatti avere un sistema immunitario impazzito a causa dei vaccini e respirare un pò di "mal'aria" del belpaese per generare un cancro e farlo progredire all'interno del corpo.
IL SILENZIO - Ma adesso che la vicenda si è fatta dura ecco che il Parlamento ti ascolta. L'accusa di Carlo Carta, avvocato di Luigi Senna, ex militare citato poc'anzi, afferma che il Parlamento faceva orecchie da mercante per ogni richiesta di aiuto. Adesso le cose stanno cambiando. Lo stesso Senatore Giacinto Russo afferra il cellulare proprio in Commissione mentre Savino sta testimoniando e manda un messaggio al figlio che è inviato in Afganistan chiedendogli se anche lui ha dovuto fare tutte quelle vaccinazioni. Ovviamente le ha fatte tutte: le mani le porta al viso, la disperazione gliela si legge in volto. Intorno a lui gli Onorevoli hanno gli occhi lucidi dinanzi al racconto di un malato terminale. Una nota di commozione ci voleva proprio: per il popolo è bello sapere che anche i Senatori hanno un cuore nonostante il silenzio assoluto del Ministero della Difesa.
Fonte: http://italian.irib.ir
martedì 9 ottobre 2012
BANCHIERE SVIZZERO CONFESSA I CRIMINI DEL BILDERBERG
“Il caso Strauss-Kahn dimostra quanto queste persone siano corrotte, mentalmente instabili, sature di vizi, vizi che vengono tenuti nascosti dagli ordini a cui appartengono. Alcuni di loro come Strauss-Kahn stuprano le donne, altri praticano il sado maso, altri ancora si dedicano alla pedofilia, molti si appassionano al satanismo. Quando andate in alcune banche potete vedere chiaramente questi simboli satanisti, come nella Banca dei Rothschild a Zurigo “.“Hanno un nuovo piano per censurare Internet, perché Internet è ancora libero. Vogliono controllare e usare il terrorismo per creare il motivo. Potrebbero anche inventarsi qualcosa di orribile per avere una scusa”.
Abbiamo ricevuto numerose lettere scritte a mano, provenienti da servizi segreti stranieri, che davano l’ordine di pagamenti in contanti, da conti segreti, per finanziare rivoluzioni o per l’uccisione di persone. Posso confermare quello che John Perkins ha scritto nel suo libro “Confessioni di un Sicario Economico”. Esiste veramente un solo Sistema e le banche svizzere hanno le mani in pasta in esso.
Certo che l’incontro ha e ha avuto un valore simbolico. Il loro scopo è quello di essere una specie di club elitario esclusivo che gestisce tutto il potere, mentre quelli sotto di loro, appassiscono.
La fonte originale è stata cancellata ma centinaia di siti avevano già copiato l’articolo.
Tradotto e pubblicato da NEOVITRUVIAN
mercoledì 3 ottobre 2012
VACCINI: LO STATO ITALIANO AVVELENA I NEONATI
Foto: web. |
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Esposto CODANCOS. |
martedì 2 ottobre 2012
Diaz: Cassazione, "Ci fu carta bianca per 'macelleria messicana'"
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Secondo la Cassazione "nessuna situazione di pericolo si era presentata agli operatori di polizia, tanto che gran parte di essi stazionava nel cortile senza alcun atteggiamento di difesa e lo stesso Canterino non indossava il casco protettivo". L'esito dell'operazione alla Diaz "era stato l'indiscriminato e gratuito 'pestaggio'" di pressoche' tutti gli occupanti il plesso scolastico, preceduto - si legge nella sentenza - dall'altrettanta gratuita aggressione portata dagli operatori di polizia nei confronti di 5 inermi persone che si trovavano fuori dalla scuola", tra cui il giornalista inglese Mark Covell, che venne picchiato fino a perdere i sensi. I giudici della Suprema Corte ricordano che 93 furono le persone arrestate: di queste 87 rimasero ferite e 2 furono anche in pericolo di vita. Tra agenti di polizia e carabinieri (questi ultimi incaricati solo della "cinturazione" degli edifici), vennero impiegati 500 uomini
giovedì 27 settembre 2012
Vincitori e vinti
martedì 11 settembre 2012
martedì 4 settembre 2012
Microchip neurale: Italia, Germania e Israele in prima linea per il Nuovo Ordine Mondiale

Inarrestabile! Il progetto di impiantare un microchip nella nostra testa continua ad appassionare l'élite illuminata e l'impressione che se ne ricava è che costoro abbiano anche una certa fretta. Non c'è verso: prima o poi troveranno la scusa giusta per impiantarci questo benedetto - o maledetto - chip.
Non è una caso che per giustificare l'impianto del piccolo marchingegno vengano carezzate le corde più sensibili dell'animo umano: una volta è per tenere sotto controllo la salute, un'altra volta è per garantire la sicurezza e l'impegno scolastico degli studenti, un'altra volta ancora per consentirci di comunicare con una sorta di telefono cellulare impiantato nel nostro corpo.
Questa volta tocca di nuovo alla medicina. Come riportano i maggiori siti di informazione italiana (La Stampa, Ansa, Libero, ecc..), un consorzio tra scienziati italiani, israeliani e tedeschi coordinato da Stefano Vassanelli, neurofisiologo al Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Padova, ha sviluppato un microchip al silicio impiantabile nel cervello e capace di stabilire una comunicazione bi-direzionale e ad alta risoluzione con neuroni cerebrali - alquanto inquietante -.
Nelle intenzioni dichiarate dai ricercatori, la nuova tecnologia sviluppata in CyberRat rappresenta la base di partenza per lo sviluppo di nuovi sofisticati strumenti sperimentali utili a capire come le reti complesse che i neuroni creano nel cervello interconnettendosi sono in grado di elaborare le informazioni e, meraviglie delle meraviglie, in futuro l’applicazione di questa tecnologia sarà utilizzata per la creazione di neuroprotesi “intelligenti”, capaci di registrare l’attività cerebrale ad alta risoluzione, elaborare delle risposte mediante microelaboratori su chip e stimolare il cervello in un circuito ibrido neuro-elettronico (stronzate tecnicomediche, n.d.r.). Questo approccio sarà di grande aiuto per la terapia di malattie neurologiche, tra cui il Parkinson e l’epilessia.
Non è chiaro se l'impianto del microchip è definitivo o temporaneo. Non sono chiare le controindicazioni per una tecnologia così invasiva, che, come dichiarato dai ricercatori, è in grado di "stabilire una comunicazione bi-direzionale", cioè il chip è in grado sia di trasmettere dati che di riceverli. Ricevare dati per fare cosa? Manipolare le aree del cervello colpite dal Parkinson? E se fosse possibile manipolare le aree del cevello sane? Ai posteri l'ardua sentenza.
Fonte: http://ilnavigatorecurioso.myblog.it
Usano il panico da deficit per smentellare i programmi sociali
Un articolo illuminante, da leggere e diffondere, del premio Nobel Paul Krugman, uscito in questi giorni sul New York Times. Come è ormai chiaro a tutti, Krugman spiega perché le politiche di austerity non hanno senso dal punto di vista economico, al contrario: l’austerity è solo la scusa per smantellare i programmi sociali su scala globale. Ecco l’articolo:
“Il tempo giusto per le misure di austerità è durante un boom, non durante la depressione”. Questo dichiarava John Maynard Keynes 75 anni fa, ed aveva ragione. Anche in presenza di un problema di deficit a lungo termine (e chi non ce l’ha?), tagliare le spese quando l’economia è profondamente depressa è una strategia di auto-sconfitta, perché non fa altro che ingrandire la depressione.
Allora come mai la Gran Bretagna (e l’Italia, la Grecia, la Spagna, ecc. NDR) sta facendo esattamente quello che non dovrebbe fare? Al contrario di paesi come la Spagna, o la California, il governo britannico può indebitarsi liberamente, a tassi storicamente bassi. Allora come mai sta riducendo drasticamente gli investimenti, ed eliminando centinaia di migliaia di lavori nel settore pubblico, invece di aspettare che l’economia recuperi?
Nei giorni scorsi, ho fatto questa domanda a vari sostenitori del governo del primo ministro David Cameron. A volte in privato, a volte in TV. Tutte queste conversazioni hanno seguito la stessa parabola: sono cominciate con una metafora sbagliata, e sono terminate con la rivelazione di motivi ulteriori (alla ripresa economica NDR).
La cattiva metafora – che avrete sicuramente ascoltato molte volte – equipara i problemi di debito di un’economia nazionale, a quelli di una famiglia individuale. La storia, pressappoco è questa: Una famiglia che ha fatto troppi debiti deve stringere la cinghia, ed allo stesso modo, se la Gran Bretagna ha accumulato troppi debiti – cosa che ha fatto, anche se per la maggior parte si tratta di debito privato e non pubblico – dovrebbe fare altrettanto!
COSA C’È DI SBAGLIATO IN QUESTO PARAGONE?
La risposta è che un’economia non è come una famiglia indebitata. Il nostro debito è composto in maggioranza di soldi che ci dobbiamo l’un l’altro; cosa ancora più importante: il nostro reddito viene principalmente dal venderci cose a vicenda. La tua spesa è il mio introito, e la mia spesa è il tuo introito.
E allora cosa succede quando tutti, simultaneamente, diminuiscono le proprie spese nel tentativo di pagare il debito? La risposta è che il reddito di tutti cala – il mio perché tu spendi meno, il tuo perché io spendo meno.- E mentre il nostro reddito cala, il nostro problema di debito peggiora, non migliora.
Questo meccanismo non è di recente comprensione. Il grande economista americano Irving Fisher spiegò già tutto nel lontano 1933, e descrisse sommariamente quello che lui chiamava “deflazione da debito” con lo slogan:”Più i debitori pagano, più aumenta il debito”. Gli eventi recenti, e soprattutto la spirale di morte da austerity in Europa, illustrano drammaticamente la veridicità del pensiero di Fisher.
Questa storia ha una morale ben chiara: quando il settore privato sta cercando disperatamente di diminuire il debito, il settore pubblico dovrebbe fare l’opposto, spendendo proprio quando il settore privato non vuole, o non può. Per carità, una volta che l’economia avrà recuperato si dovrà sicuramente pensare al pareggio di bilancio, ma non ora. Il momento giusto per l’austerity è il boom, non la depressione.
Come ho già detto, non si tratta di una novità. Allora come mai così tanti politici insistono con misure di austerity durante la depressione? E come mai non cambiano piani, anche se l’esperienza diretta conferma le lezioni di teoria e della storia?
Beh, qui è dove le cose si fanno interessanti. Infatti, quando gli “austeri” vengono pressati sulla fallacità della loro metafora, quasi sempre ripiegano su asserzioni del tipo: “Ma è essenziale ridurre la grandezza dello Stato”.
Queste asserzioni spesso vengono accompagnate da affermazioni che la crisi stessa dimostra il bisogno di ridurre il settore pubblico. Ciò e manifestamente falso. Basta guardare la lista delle nazioni che stanno affrontando meglio la crisi. In cima alla lista troviamo nazioni con grandissimi settori pubblici, come la Svezia e l’Austria.
Invece, se guardiamo alle nazioni così ammirate dai conservatori prima della crisi, troveremo che George Osborne, ministro dello scacchiere britannico e principale architetto delle attuali politiche economiche inglesi, descriveva l’Irlanda come “un fulgido esempio del possibile”. Allo stesso modo l’istituto CATO (think tank libertario americano) tesseva le lodi del basso livello di tassazione in Islanda, sperando che le altre nazioni industriali “imparino dal successo islandese”.
Dunque, la corsa all’austerity in Gran Bretagna, in realtà non ha nulla a che vedere col debito e con il deficit; si tratta dell’uso del panico da deficit come scusa per smantellare i programmi sociali. Naturalmente, la stessa cosa sta succedendo negli Stati Uniti.
In tutta onestà occorre ammettere che i conservatori inglesi non sono gretti come le loro controparti americane. Non ragliano contro i mali del deficit nello stesso respiro con cui chiedono enormi tagli alle tasse dei ricchi (anche se il governo Cameron ha tagliato l’aliquota più alta in maniera significativa). E generalmente sembrano meno determinati della destra americana ad aiutare i ricchi ed a punire i poveri. Comunque, la direzione delle loro politiche è la stessa, e fondamentalmente mentono alla stessa maniera con i loro richiami all’austerity.
Ora, la grande domanda è se il fallimento evidente delle politiche di austerità porterà alla formulazione di un “piano B”. Forse. La mia previsione è che se anche venissero annunciati piani di rilancio, si tratterà per lo più di aria fritta. Poiché il recupero dell’economia non è mai stato l’obiettivo; la spinta all’austerity è per usare la crisi, non per risolverla. E lo è tutt’ora.