martedì 21 febbraio 2012

Sconforto all'Umberto I di Roma: donna in coma legata a una barella per 4 giorni

Una signora di 59 anni, in coma dopo un trauma cranico, è stata trovata legata a una barella con delle lenzuola e senza nutrizione, in attesa ormai da quattro giorni di essere ricoverata 'da un minuto all'altro'. A denunciare la triste scoperta sono stati i senatori, eletti nel Lazio, Ignazio Marino (Pd) e Domenico Gramazio (Pdl), dopo un 'blitz' effettuato al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I.

di Claudia Zichi

"La signora aveva solo la flebo con l'acqua fisiologica" e "i sanitari ci hanno spiegato che erano in attesa, da un minuto all'altro, di poterla trasferire in un altro reparto per darle assistenza", hanno riferito all'Ansa Gramazio e Marino. Nel frattempo, per 4 giorni, la signora è rimasta in attesa nella cosiddetta "Piazzetta", legata con delle lenzuola a mani e piedi alla barella per evitare cadute, visto che il letto era senza sponde. La causa di questa condizione? La mancanza di posti letto per il ricovero.

La Piazzetta è il nome dato, con tragico sarcasmo, a una stanza di passaggio più capiente dei corridoi: potrebbe accogliere al massimo 8 persone, ma in media se ne trovano una ventina, e contemporaneamente un'altra decina di pazienti attendono in Osservazione breve e altri cinque o sei aspettano nel box. Dunque una media di 34 persone in attesa. I medici arrivano anche a dover far fronte contemporaneamente a 50 malati, racconta un operatore sanitario che lavora al Policlinico Umberto I di Roma: “Ogni giorno ‘si va in guerra’”. L'ambiente richiama in effetti le tende della Croce Rossa in un ospedale militare, peccato solo che l'Umberto I sia uno degli ospedali più rinomati della capitale.

I medici combattono non solo contro la morte, ma anche contro burocrazia e tagli a spese e personale. "Rischiamo ogni giorno e mettiamo a repentaglio la nostra professionalità, ma l'obiettivo é salvare vite umane - spiega l'operatore con molta esperienza di Primo Soccorso - dunque anche su una barella, sì, anche nel sovraffollamento noi teniamo fede al giuramento d'Ippocrate. E ci prendiamo delle responsabilità solo per aiutare chi sta male". Parole degne di un medico da campo.

"Si tratta di una situazione che non è giustificabile in alcun modo", replica il senatore Marino, che intende denunciare la situazione verificata oggi al Pronto Soccorso del Policlinico Umberto I di Roma alla Procura della Repubblica. "Ognuno di noi potrebbe essere quella donna - spiega - non si può andare avanti così. Concorde il parere di Domenico Gramazio, che spiega di dover ancora parlare con Marino dell'ipotesi di denuncia, e intanto si dice contrario all'idea che la commissione parlamentare sul servizio sanitario apra una seconda inchiesta sul 'caso' perché potrebbe sovrapporsi a quella della magistratura. Nel frattempo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha già disposto l'invio d'urgenza di una visita ispettiva presso il Policlinico: gli ispettori sono già arrivati all’ospedale e stanno raccogliendo tutti gli elementi relativi alla vicenda.

Il direttore del Dea (Dipartimento di Emergenza e Accettazione), Claudio Modini, afferma che "la donna, in coma da tre giorni, viene assistita al meglio, con terapia idrica. Non è nei miei poteri - ha proseguito - trovare il posto dove dovrebbe essere ricoverata, cosa che auspico, ma si cerca comunque di curarla al meglio. E' un fatto che capita spesso, ma in questi casi l'ammalato è comunque assistito. E' assistita al meglio dalle migliori professionalità medico-infermieristiche, 24 ore su 24. I due senatori - conclude - hanno verificato un fenomeno noto da anni, quello dei grandi ospedali in cui i pazienti aspettano per ore, o per giorni, un ricovero".

In un clima piuttosto ostile, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, non rinuncia a esortare i cittadini a continuare a fidarsi della sanità pubblica e soprattutto di tutto il personale altamente qualificato, medico e non medico, impegnato quotidianamente a garantire il diritto alla salute delle persone.

Non ammette invece scusanti il presidente Codacons, Carlo Rienzi, secondo il quale "siamo di fronte ad una violenza inaccettabile e ad una chiara lesione della dignità umana. Invitiamo i parenti della donna in coma, anche attraverso l'assistenza del Codacons, a chiedere i danni ai responsabili di tutto ciò: ospedale, Regione Lazio e Servizio Sanitario Nazionale. Non basta scaricare le responsabilità dell'accaduto sulla mancanza di posti letto, riteniamo che simili episodi debbano essere puniti, e il danno subito dalla paziente e dai suoi familiari adeguatamente risarcito".

Fonte: http://www.laperfettaletizia.com

Commento di Oliviero Mannucci: Egregia Polverini, lei dice che i cittadini devono fidarsi della sanità pubblica. Lo sa come dicono i saggi in India:" Il maestro insegna sempre con l'esempio", cominciate voi politici a servirvi delle strutture pubbliche invece di far spendere più di 10 000 000 di euro agli italiani per la sanità utilizzata da voi politici, che è completamente a parte.

Quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati

…non voglio farle perdere tempo – leggo OGGI dal suo apparire, mi sembra nella seconda metà degli anni “40 -
Le voglio solo significare che sono sempre d’accordo con i suoi pensieri, quelli che esplicita sul settimanale che dirige. – Grazie , glielo devo – Perchè i nostri governanti ( g ) non danno mai neppure un segno per dimostrare che si uniscono a noi per fare quelle economie semplici e necessarie, senza scomodare la Costituzione ? esempio, eliminare quelle mense da disederati della camera e del senato, eliminare i barbieri ed i parrucchieri, usare i ristoranti attorno alle camere e dar lavoro alle attività limitrofe.
Buon lavoro e distinti saluti da parte di un pensionato e se le avanza tempo, legga qui sotto, ma forse lo conosce giàPer la prima volta viene tolto il segreto su quanto costa ai contribuenti l’assistenza sanitaria integrativa dei deputati. Si tratta di costi per cure che non vengono erogate dal sistema sanitario nazionale (le cui prestazioni sono gratis o al più pari al ticket), ma da una assistenza privata finanziata da Montecitorio. A rendere pubblici questi dati sono stati i radicali che da tempo svolgono una campagna di trasparenza denominata Parlamento WikiLeaks. http://www.radicali.it/parlamento-wikileaks Va detto ancora che la Camera assicura un rimborso sanitario privato non solo ai 630 onorevoli. Ma anche a 1109 loro familiari compresi (per volontà dell’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini) i conviventi more uxorio. Ebbene, nel 2010, deputati e parenti vari hanno speso complessivamente 10 milioni e 117mila euro. Tre milioni e 92mila euro per spese odontoiatriche. Oltre tre milioni per ricoveri e interventi (eseguiti dunque non in ospedali o strutture convenzionati dove non si paga, ma in cliniche private). Quasi un milione di euro (976mila euro, per la precisione), per fisioterapia. Per visite varie, 698mila euro. Quattrocentottantotto mila euro per occhiali e 257mila per far fronte, con la psicoterapia, ai problemi psicologici e psichiatrici di deputati e dei loro familari. Per curare i problemi delle vene varicose (voce “sclerosante”), 28mila e 138 euro. Visite omeopatiche 3mila e 636 euro. I deputati si sono anche fatti curare in strutture del servizio sanitario nazionale, e dunque hanno chiesto il rimborso all’assistenza integrativa del Parlamento per 153mila euro di ticket. Ma non tutti i numeri sull’assistenza sanitaria privata dei deputati, tuttavia, sono stati desegretati. “Abbiamo chiesto – dice la Bernardini – quanti e quali importi sono stati spesi nell’ultimo triennio per alcune prestazioni previste dal ‘fondo di solidarietà sanitarià come ad esempio balneoterapia, shiatsuterapia, massaggio sportivo ed elettroscultura (ginnastica passiva). Volevamo sapere anche l’importo degli interventi per chirurgia plastica, ma questi conti i Questori della Camera non ce li hanno voluti dare”. Perché queste informazioni restano riservate, non accessibili? Cosa c’è da nascondere? Ecco il motivo di quel segreto secondo i Questori della Camera: “Il sistema informatizzato di gestione contabile dei dati adottato dalla Camera non consente di estrarre le informazioni richieste. Tenuto conto del principio generale dell’accesso agli atti in base al quale la domanda non può comportare la necessità di un’attività di elaborazione dei dati da parte del soggetto destinatario della richiesta, non è possibile fornire le informazioni secondo le modalità richieste”. Il partito di Pannella, a questo proposito, è contrario. “Non ritengo – spiega la deputata Rita Bernardini – che la Camera debba provvedere a dare una assicurazione integrativa. Ogni deputato potrebbe benissimo farsela per conto proprio avendo gia l’assistenza che hanno tutti i cittadini italiani. Se gli onorevoli vogliono qualcosa di più dei cittadini italiani, cioè un privilegio, possono pagarselo, visto che già dispongono di un rimborso di 25 mila euro mensili, a farsi un’assicurazione privata. Non si capisce perché questa ‘mutua integrativà la debba pagare la Camera facendola gestire direttamente dai Questori”. “Secondo noi – aggiunge – basterebbe semplicemente non prevederla e quindi far risparmiare alla collettività dieci milioni di euro all’anno”.

Fonte: http://www.oggi.it


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