domenica 6 febbraio 2011





LA FORZA SOTTOMARINA ISRAELIANA E LA NON DICHIARATA DETERRENZA


di: Federico Dal Cortivo
Premessa
Fin dalla sua nascita nel 1948,avvenuta grazie all’appoggio decisivo di Stati Uniti e Unione Sovietica, lo Stato d’Israele, che non poggiava su alcuna reale base storica, ma era unicamente il frutto dell’applicazione finale della dichiarazione Balfour del 1917, si trovò a dover combattere guerre in successione per garantirsi uno “spazio vitale”, dopo aver occupato la Palestina e inimicatosi i vicini arabi .
Le guerre si concentrarono in un breve lasso di tempo: “guerra arabo- israeliana del 1948, con l’Egitto nel 1956, dei sei giorni nel 1967, dello Yom Kippur 1973, Libano 1978, seguite da numerose operazioni militari condotte contro la popolazione civile palestinese (1982 Pace in Galilea) sfociata nell’ultima dura repressione del 2008-2009 a Gaza, mentre nel frattempo nell’estate del 2006 Israele aveva attaccato ancora una volta il Libano meridionale con l’intenzione di piegare le forze dei combattenti sciiti di Hizbollah.
Oltre cinquanta anni di conflitti regionali ha caratterizzato la breve vita dell’entità sionista, unico Stato su base etnica al mondo, dove vige la separazione tra ebrei e arabi delimitata da un alto muro al cui confronto quello di Berlino di triste memoria appare un nano, la cui esistenza tutt’oggi è data da una supremazia militare e tecnologica, grazie agli ingenti aiuti militari a fondo perduto che ogni anno gli Stati Uniti inviano.
Nella strategia statunitense l’area del Vicino Oriente riveste un ruolo fondamentale perché in essa vi sono concentrate le maggiori riserve petrolifere del pianeta, vitali per la superpotenza Usa. Il Golfo Persico è la più importante via d’acqua al mondo, ciò spiega anche il dispiegamento di basi delle Forze Armate Usa in Arabia e nei piccoli emirati ricchissimi di oro nero, al tempo stesso anche l’area mediterranea è fondamentale per esercitare tale controllo. Dal canale di Suez le navi della VI Flotta possono transitare e raggiungere in breve tempo le acque del Mar Rosso, Mar Arabico, Golfo di Oman e Persico che unite alle altre navi che vi stazionano permanentemente, danno agli Stati Uniti un indubbio vantaggio strategico nei confronti di possibili avversari che mettessero in pericolo le rotte del petrolio.
Israele è l’alleato perfetto, potentemente armato, con un’indiscussa, fino ad oggi, supremazia in campo militare e tattico, uno “ Stato in guerra permanente” fin dalla sua nascita, che fa dell’elemento militare, religioso ed etnico la sua forza.
La deterrenza nucleare di Dimona
A una forza convenzionale di tutto rispetto, Israele, che non ha mai aderito al Trattato di non Proliferazione Nucleare, ha affiancato un arsenale nucleare che ammonta secondo le stime più recenti a oltre 300 testate, mentre lo Stato sionista non ha mai ammesso il loro possesso né permesso alcuna ispezione internazionale al suo centro nucleare di Dimona, nel deserto del Negev.
E’ del 1949 l’inizio di ricerche in campo nucleare da parte dell’Hemed Gimmel, un’unità speciale dell’Esercito di Tel Aviv, uranio era stato trovato nel deserto del Negev vicino a Dimona. Nel 1952 nasce l’AICE –Israele Atomic Energy Commision. Ma è l’aiuto sostanziale della Francia che nel 1957 vede la nazione europea firmare un accordo per l’assistenza nella costruzione di un reattore nucleare di 24 MW e un impianto per il trattamento di materiale atomico. L’operazione è coperta dal massimo segreto, quindi lontana dagli occhi dell’Aiea e coordinata dal colonnello Manes Pratt dell’Esercito israeliano. La città di Dimona, a 35 km a Ovest del Mar Morto, è scelta come sede d’ora in avanti del nuovo programma nucleare. Oltre 1500 tecnici francesi partecipano alla costruzione dell’impianto e l’acqua pesante per far funzionare la fissione nucleare è fatta arrivare clandestinamente dalla Norvegia con aerei dell’Armée dell’Air. La BBC nel 2005 ha rivelato che anche la Gran Bretagna dette il suo apporto inviando 2O tonnellate di acqua pesante nel 1956. Gli Usa seppero dell’esistenza dell’impianto nel 1958 con voli di ricognizione strategica compiuti da aerei spia U-2, ma non fecero mai nulla per fermare la progettazione di armi nucleari da parte di Israele, e solo nel 1968 la Cia rese pubblico un rapporto, frutto delle conversazioni tra il capo del settore tecnologico dell’Agenzia di spionaggio e il padre della bomba all’idrogeno Edward Teller, che lo Stato Sionista era dotato di tali armi. Global Security.
Notizie e foto sono poi state diffuse nel mondo grazie alle rivelazioni dell’ israeliano Mordechai Vanuno, che si dissociò dall’attività di Dimona nel 1986. Egli fu in seguito imprigionato e condannato a 18 anni di carcere di cui 11 in isolamento e ancor oggi subisce vessazioni di ogni tipo essendo considerato in Patria un traditore.
Vanuno descrisse Dimona come un complesso di nove edifici denominati “Machons”, dove lavoravano all’epoca circa 2700 persone. Ogni edificio è caratterizzato da una sua specificità: Maschon 1 è il reattore- il M2 è dedicato al trattamento del plutonio, essenziale nella costruzione di armi- il M3 produce litio- deuterio- il M4 tratta i rifiuti radioattivi-il M5 riveste le barre di uranio contenenti plutonio con alluminio- il M6 fornisce energia agli altri impianti- l’M8 (l’M7 non esiste) arricchisce l’uranio- il M9 ospita un impianto di arricchimento dell’uranio con laser- il M10 produce Uranio Impoverito per munizionamento perforante. Nuclear Power Archive)
Israele ha inoltre la capacità di costruire bombe all’idrogeno e tattiche a bassa potenza come quelle al Neutrone.

Fonte: http://www.rinascita.eu/

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