martedì 10 aprile 2012

"Il radiologo è in riunione" muore dopo sei ore d'attesa

Sotto accusa il Fatenefratelli di Napoli. Claudia D'Aniello, 41 anni, aveva dolori lancinanti. "E' una colica renale" minimizzavano i medici senza aver fatto alcun esame radiologico perchè "il dottore era impegnato". Il fratello: "Dopo tutto quel tempo in attesa, ho deciso di portarla via. Ma era troppo tardi". Poi il decesso al Pascale e i risultati dell'autopsia: la donna aveva il colon perforato


Lasciata oltre sei ore nel pronto soccorso del Fatebenefratelli, nonostante dolori lancinanti, e poi morta, per arresto cardiaco, in un'altra struttura ospedaliera di Napoli dove era giunta in condizioni ormai gravissime.

Così è deceduta a 41 anni Claudia D'Aniello, inascoltata dai medici finchè ha potuto parlare e sballottata da un ospedale all'altro. E' accaduto lo scorso 3 aprile e oggi i parenti hanno presentato una denuncia-querela "per i forti dubbi sull'operato dei sanitari" . Si sono rivolti al commissariato Vasto-Arenaccia perchè "la competente autorità giudiziaria possa ravvisare tutti i reati a carico dei diversi medici intervenuti nella triste vicenda". "Dobbiamo sapere la verità anche per rispetto dei suoi quattro figli piccoli", spiega ancora il fratello Guglielmo. E ancora: "Mia sorella urlava dal dolore, aveva fortissimi dolori all'addome. Pensavano che avesse una semplice colica renale, forse un'effetto collaterale della chemioterapia che aveva iniziato da qualche giorno prima per un tumore al seno, e le hanno dato ogni tipo di antidolorifico, anche la la morfina. Ma lei continuava a star male. Non capivamo perchè non gli facevano una semplice radiologia che avrebbe scoperto subito cosa stava accadendo. Mi dicevano 'ora la portiamo' ma lei restava lì con dolori lancinanti. Alle 11, dopo sei ore di questo calvario, quando mi hanno detto che il radiologo era in una riunione, ho deciso di portarla via. Ma ormai era troppo tardi".

La corsa

al Pascale, e qui i medici si sono accorti della gravità della paziente: "Però aveva i globuli bianchi talmente bassi che non potevano intervenire - racconta ancora il fratello della donna -. Con le ore e le cure sono risaliti un pò ma Claudia a quel punto non ce la faceva più e il suo cuore è scoppiato. Ora dobbiamo la verità ai suoi quattro figli". L'autopsia avrebbe poi evidenziato una perforazione del colon e una setticemia in corso.

L'ultima drammatica fase della vita di Claudia D'Aniello si svolge nelle prime ore di martedì scorso quando, dopo un malore, viene portata al pronto soccorso del Fatebenefratelli di via Manzoni. Qui, secondo le denunce dei familiari, le tragiche sei ore su una barella, durante le quali i dolori vengono interpretati come una colica renale forse effetto collaterale della chemioterapia, e le vengono somministrati antidolorifici e anche la morfina.

I dolori però non cessano e, dopo una visita ginecologica, alle 8 del mattino, le viene prescritta una eco-addome urgente, Ma, secondo quanto denunciato, fino alle 11, nonostante i fortissimi dolori e Ie tante insistenze dei familiari, l'esame diagnostico non viene eseguito, sostenendo che il radiologo, più volte sollecitato dagli infermieri di turno, "era in riunione". Le viene praticato "solo un prelievo del sangue, i cui risultati non furono forniti".
Ad oltre sei ore dall'arrivo al pronto soccorso, i familiari decidono quindi di portare la donna all'ospedale Pascale. Qui, d'urgenza, le vengono praticati una serie di esami, dai quali emerge la presenza di liquido nell'addome, di causa sconosciuta, nonchè un bassissimo livello di globuli bianchi che, a detta dei medici, impediva un immediato intervento. La donna viene ricoverata in terapia intensiva e dopo un primo miglioramento, in serata i familiari vengono avvertiti che le condizioni sono peggiorate e all'arrivo in ospedale scoprono che la donna è morta per arresto cardiaco.

"I Nas della commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale avvieranno una istruttoria per capire se è vero che una donna con una perforazione intestinale è stata lasciata per ore senza assistenza", fa sapere il presidente della Commissione, il senatore Ignazio Marino (Pd).

"Si tratterebbe - rileva - di un fatto molto grave perché è un tipo di emergenza che richiede immediata attenzione. Fornirò immediatamente i riscontri di tale istruttoria alla Commissione di Inchiesta che si riunirà mercoledì 11 aprile e li invierò anche al ministro Balduzzi che ha dimostrato molta sensibilità alla problematica dei Pronto Soccorso".

Fonte: http://napoli.repubblica.it

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